262. S. Alfonso. Opere di misericordia del vescovo.
Incontri di S. Alfonso con la Misericordia di Dio
(seguendo le sue biografie)
262. S. Alfonso. Opere di misericordia del vescovo.
♦ Curando i bisogni dell’Anima, Alfonso non trascurava nei suoi figli i bisogni del corpo.
Aveva fisso nel cuore le opere di misericordia prescritte nel Vangelo. Egli diceva che se queste valgono per ogni fedele, molto più si esigono da chi è Vescovo.
♥ Oggetto di sua commiserazione fece per primo i tanti poveri. Li amava e li preferiva a tutti, né lasciava di sovvenirli il più che poteva. Riconosceva in essi l’immagine viva di Gesù Cristo, che gli sembrava ripetergli: “Quello che fate a questi, voi lo fate a me”
♦ I giorni destinati alla pubblica elemosina erano il mercoledì e venerdì; ma, come attestano tutti, non vi era ora del giorno, in cui non si vedeva con la borsa nelle mani, e con queste aperte a beneficio comune.
E se più ore poteva contava l’orologio, altrettante le avrebbe impiegate verso i poveri. Due volte la settimana, cioè il mercoledì e venerdì, erano giornate di elemosina generale e pubblica; ma questa non era che una certa formalità, perché tutti i giorni erano uguali, in quanto tutti accorrevano, tutti erano consolati, e nessuno era escluso dalla carità di Monsignore.
♥ Attestava il Vicario D. Nicola Rubino: “Di tutta la rendita della mensa vescovile, tolto l’onorario a me e le mesate che soleva pagare al suo Cappellano, ad un Servitore ed al Cuoco, il di più, tolto il vitto per sé e per la famiglia, lo si vedeva distribuito per elemosina ai poveri, e per estirpare ed impedire in Diocesi i disordini e le pratiche scandalose.
(Tannoia, Della vita ed istituto del venerabile Servo di Dio Alfonso Maria Liguori – Libro Terzo, Cap. 66). – Leggi tutto nell’originale.