S. Alfonso. Obbedienza, misericordia e guarigione.1762

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38. S. Alfonso. Obbedienza, misericordia e guarigione. 1762.

Incontri di S. Alfonso con la Misericordia di Dio
(seguendo le sue biografie)

38. S. Alfonso. Obbedienza, misericordia e guarigione. 1762.

♦ Da tutti si ammirò la piena sottomissione di Alfonso al Capo della Chiesa. Non così l’intese il Marchese Tanucci, forse perché non seppe tutto. Se ammirò la rinuncia per il Vescovado offerto, restò formalizzato e l’ebbe a memoria, vedendolo accettato.
♦  Anni dopo, il Tanucci venendo pregato in nome di Alfonso dal Consigliere Celano, enfaticamente gli rispose: “Come! Monsignor Liguori rinunciò il Vescovado di Palermo offerto dal re, e poi accetta quello di S. Agata, offerto dalla Corte di Roma?”
Rispose il Celano: “Ripugnò per quello di Palermo, avendo voto di non accettare qualunque dignità. Anche questo di S. Agata lo rinunciò, ma poi l’accettò, perché obbligato dal Papa con formale precetto di ubbidienza: se anche la Maestà del Re l’avesse obbligato per quello di Palermo, similmente accettato l’avrebbe”.
♦  Questa risposta imbarazzò il Marchese, che non volle darsi per vinto. Disse: “Il Sovrano non forza, ma vuole essere obbedito”.  – Tuttavia il Marchese Tanucci favorì Alfonso in ogni rincontro, e l’ebbe sempre in somma venerazione.
♦  Se Alfonso evitò la morte, accettando il Vescovado, lo si deve a puro miracolo. Come il suo spirito si metteva in pace rimettendosi al volere del Papa, così anche riprendeva vigore e si rimetteva in salute.
E venendo in contrasto la sua umiltà con la volontà del Papa, egli reprimeva se stesso, ripetendo: “Iddio mi vuol Vescovo, ed io voglio esser Vescovo”..

(Tannoia, Della vita ed istituto del venerabile Servo di Dio Alfonso Maria Liguori – Libro Terzo, Cap. 2 in fine e inizio cap. 3)  Leggi l’originale.

Alfonso. – Quando la sua umiltà veniva in contrasto con la volontà del Papa, egli reprimeva se stesso ripetendo: “Iddio mi vuol Vescovo, ed io voglio esser Vescovo”.