S. Alfonso. Non pazzia, ma scuola di amore

GiubileoAlfo1

332. S. Alfonso. Non pazzia, ma scuola di amore. 

Pagine Alfonsiane sulla Misericordia

332. S. Alfonso. Non pazzia, ma scuola di amore.

♦ Non sembra una pazzia vedere un Dio onnipotente e felicissimo in se stesso voler sottoporsi spontaneamente ad esser flagellato, trattato da re di scena, schiaffeggiato, sputato in faccia, condannato da malfattore e morire abbandonato da tutti sopra un legno di vituperio, per salvare poveri vermi da lui creati?
♦ Ciò considerando l’innamorato S. Francesco, esclamava per le campagne piangendo: L’amore non è amato, l’amore non è amato! Quindi aggiungeva S. Bonaventura che chi vuol conservare l’amore a Gesù Cristo deve sempre figurarsi di vederlo pendente in croce, che sta morendo per noi.
♦ O beata quell’anima che spesso si mette davanti gli occhi Gesù moribondo in croce e si ferma a contemplare con tenerezza le pene sofferte da Gesù e l’amore con cui le offriva al Padre per noi, mentre stava agonizzando su quel letto di dolore.
Le anime innamorate di Dio, nel tempo delle tentazioni, ricevono grande sollievo nel considerare in silenzio da solo a solo Gesù che pende dalla croce e manda sangue da tutte le sue piaghe. A vista del Crocifisso fuggono dalla nostra mente tutti i desideri dei beni di questo mondo. Da quella croce spira un’aura celeste che ci fa dimenticare tutti gli oggetti terreni, ed accende in noi un santo desiderio di lasciar tutto per amare quel Signore che volle morire per amor di noi.

(S. Alfonso, Dolce trattenimento delle anime amanti di Dio a vista di Gesù crocifisso, p.429-430)
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Contemplando il Crocifisso fuggono dalla nostra mente tutti i desideri dei beni di questo mondo e si accende in noi un santo desiderio di amare quel Signore che volle morire per amor di noi.