S. Alfonso. Né oro e né argento

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341. S. Alfonso. Né oro e né argento.

Incontri di S. Alfonso con la Misericordia di Dio
(seguendo le sue biografie)

341. S. Alfonso. Né oro e né argento.

♦ Anche nelle insegne vescovili Alfonso volle mantenere la povertà. La Crocetta giornaliera era di Tobaco indorato; quella delle funzioni, di argento posto in oro, ma ornata di pietre false.
Anche l’anello non era di oro, ma di argento indorato, e con pietre false.
Il servitore Alessio non potendo soffrire tanta miseria, con l’occasione di far incastrare una pietra, che era caduta, gliela fece di oro, ma Alfonso non se ne avvide.

Una mattina mentre si accingeva a calare per i Pontificali, e vi era presente D. Michele Volpicelli Gentiluomo di Sarno, non si trovava l’anello. Anche D. Michele se ne rammaricava.
Poi si ritrovò, ma a tavola a D. Michele che dimostrava il suo dispiacere, Monsignore ne sorrise e disse: “A voi faceva senso la pietra. Quella non è smeraldo, ma una pietra di caraffone. L’anello di mio zio, regalatomi da Monsignor Giannini, lo vendetti per soccorrere tanti poveri”.
Un giorno i familiari scherzavano sopra la preziosità dell’anello. Disse Monsignore: “Questo ha fatto la sua comparsa anche in Roma. Ognuno che lo guardava, lo considerava una gran cosa, ma io dicevo tra di me: Voi non sapete che ho rotto il miglior caraffone per ornare quest’anello”.

♦ Alfonso era così appassionato per la santa povertà che anche l’ombra dell’oro o dell’argento lo spaventava.
In Arienzo visitò la stanza del P. Mascia da Napoli, ex provinciale dei Padri Cappuccini; vi vide una bella pergamena con l’Immagine dell’Ecce Homo. Accortosi il P. Mascia, che il vescovo sempre si avvicinava e la baciava con tenerezza, lasciavandovi gli occhi, gliela l’offerse. Monsignore la gradì. L’immagine era contornata con panno cappuccinesco. Mentre levava l’ornamento s avvide che la cornice di sotto era di argento. Con destrezza la rifiutò, facendo intendere  che la rilasciava per non privarlo di quella devozione. Ma per strada disse a D. Felice Verzella: “L’immagine è bella assai, ma vi stava quella cornice di argento…”.

(Tannoia, Della vita ed istituto del venerabile Servo di Dio Alfonso Maria Liguori – Libro Terzo, Cap. 71)  Leggi tutto nell’originale.

Un giorno i familiari scherzavano sopra la preziosità dell’anello pastorale. Disse il vescovo Alfonso: “Questo ha fatto la sua comparsa anche in Roma. Ognuno che lo guardava, lo considerava una gran cosa, ma io dicevo tra di me: Voi non sapete che ho rotto il miglior caraffone per ornare quest’anello”.