S. Alfonso. Monsignore vecchio, vecchia carrozza, vecchi cavalli

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163. S. Alfonso. Monsignore vecchio, vecchia carrozza, vecchi cavalli.

Incontri di S. Alfonso con la Misericordia di Dio
(seguendo le sue biografie)

163. S. Alfonso. Monsignore vecchio, vecchia carrozza, vecchi cavalli.

♦ Arienzo 1769. – Alfonso aveva venduto la carrozza in tempo della carestia, e non ci aveva più pensato, né aveva voglia di rimetterla.

  • I Medici, vedendolo così storpio ed applicato, per mantenergli qualche residuo di vita, gli ordinarono di uscire ogni giorno in carrozza e respirare un poco di aria.
  • Sebbene obbediente ad ogni loro cenno, in questo lo si vedeva indifferente, perché la cosa era per suo sollievo. Premurato da Medici e dai familiari rispose: “Perché questa uscita? Io mi contento così, e non ci soffro. Quello che debbo spendere per la carrozza e mantenimento dei cavalli, debbo levarlo ai poveri”.
  • Conoscendo il bisogno che ne aveva, Fratello Francesco Antonio ed altri risolvettero di comprarne una alla peggio. Tutta la spesa tra carrozza, finimenti e cavalli, fu di centotredici ducati.
  • Da principio gli si disse che l’aveva regalata il Fratello D. Ercole; ma saputa la verità, se ne lagnò in Napoli col fratello Tartaglione, come di un prezzo troppo alto scrivendogli: “Si poteva risparmiare prendendo altra qualità di carrozza e cavalli. E i cavalli voleva Alfonso che si trattassero secondo la propria condizione, più con la paglia che con la biada.

Quando usciva con la carrozza, vi era in Arienzo gran divertimento tra i Gentiluomini che dicevano: “Monsignore vecchio, vecchio il cocchiere, vecchia la carrozza e vecchi i cavalli”.

(Tannoia, Della vita ed istituto del venerabile Servo di Dio Alfonso Maria Liguori – Libro Terzo, Cap. 44)  Leggi tutto nell’originale.

Alfonso: “Perché questo uscire in carrozza? Io mi contento così, e non ci soffro. Quello che debbo spendere per la carrozza e mantenimento dei cavalli, debbo levarlo ai poveri”.