23. Misericordia nelle comunioni generali.
Incontri di S. Alfonso con la Misericordia di Dio
(seguendo le sue biografie)
23. Misericordia nelle comunioni generali.
A capo di due o tre giorni della Missione Alfonso faceva sospendere gli svegliarini per le strade, e dopo l’atto grande della sera uscite le donne, faceva restare gli uomini in chiesa, per li quali, smorzati i lumi, vi era la disciplina in comune. Tutti i Padri ci dovevano assistere; ed uno di essi riassumendo i motivi della predica già ascoltata, dava al Popolo dei sentimenti di compunzione per disporlo a quell’atto; e si vedevano i primi gentiluomini, uniti col Popolo, piangere, e dare soddisfazione a Dio dei propri trascorsi.
Volendo dar luogo alle Confessioni, e togliere di mezzo qualche sacrilegio, che commetter si poteva per umano rispetto, non permetteva che si comunicasse chiunque prima delle Comunioni generali. Precedeva a tutti la Comunione dei figliuoli, e figliuole in età di circa anni quattordici; indi quella delle zitelle, e vedove, ed il giorno, per tre giorni consecutivi, vi era per queste, in altra Chiesa, un sermone sui pregi della castità.
Alle Vergini succedeva la Comunione delle maritate; precedendovi il bacio di pace tra di loro, ed un maggior riconciliamento di cuore. Anche per queste vi era a parte il dopo pranzo, escluse le Vergini, un sermone istruttivo sopra i doveri dello stato maritale.
Finalmente per gli uomini, avendosi un giorno festivo, anche vi era la comunione generale, con precedervi similmente tra di loro il bacio di pace, ed un comune riconciliamento.
Tutte queste comunioni erano accompagnate da rispettivi fervorini, col festivo suono di organi, e campane, intervenendovi tutti i Padri , e suggerendo devoti sentimenti. Queste comunioni generali facevano la consolazione, non solo delle famiglie, ma anche delle intere popolazioni.
Tre giorni prima della comunione generale degli uomini, si sospendeva la disciplina in comune, e si rilevava la prima sera ai medesimi, quanto a Gesù Cristo fosse a cuore tra i Cristiani la scambievole carità, e quanto in abominio le risse, ed i rancori. Si animavano gli offesi alla riconciliazione; ed ai piedi del Crocifisso, detestando ognuno le proprie vendette, riconciliato vedevasi con suo offensore. La seconda sera si esagerava l’enormità delle bestemmie, e vi era lo strascino della lingua per terra.
Fatte le Comunioni generali, la sera, dopo l’atto grande della Predica, anche restando gli uomini in Chiesa, uno dei Padri rilevava loro per circa mezz’ora, la bruttezza di ciascun vizio particolare, come l’ubriachezza, e quanto disconvenga ad un cristiano; gli effetti perniciosi del giuoco; gli inconvenienti, che porta seco la disonestà contro l’uomo, e contro Dio; il gran bene, che produce alle Anime la frequenza dei Sacramenti; l’esser assiduo alle rispettive Congregazioni. Così gli effetti di altra virtù, o vizio.
(Tannoia, Della vita ed istituto del venerabile Servo di Dio Alfonso Maria Liguori – Libro Secondo, Cap. LI).
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