S. Alfonso. Misericordia nella formazione dei novizi

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31. S. Alfonso. Misericordia nella formazione dei novizi.

Incontri di S. Alfonso con la Misericordia di Dio
(seguendo le sue biografie)

31. S. Alfonso. Misericordia nella formazione dei novizi.

♦ Tre cose Alfonso ricercava nei  Novizi per perseverare, e non esser vinti dal demonio: umiltà, ubbidienza e chiarezza di coscienza.
Egli diceva: “Con chi è umile e conosce la propria miseria, il demonio non ci può far breccia; né può abbagliare chi dipende ciecamente dal cenno dei Superiori e maggiormente chi è candido di cuore, e confida al proprio direttore le suggestioni che sperimenta. La tentazione scoperta o è vinta o è mezzo vinta; perché il demonio, ch’è la stessa superbia, avvilendosi in tentarci, non soffre vedersi scoperto da un debole qual’è l’uomo”.
Quando sentiva tali disposizioni in qualche Novizio, lo assicurava che non aveva di che temere.
Voleva il maestro tutto cuore e tutto amore per li giovani. Questo mi insinuava sempre in ventiquattro e più anni che ebbi cura del Noviziato. Non voleva rigori e penitenze, ma esortazioni caritative ed amorevoli, mettendo avanti gli occhi il bene ed il male.
Diceva Alfonso: “La Congregazione è libera, e Dio vuole sacrifici volontari e non forzati. Chi corretto, non si emenda, è segno non esser venuto con retta intenzione, né la Congregazione fa più per esso”.
In Iliceto così mi scrisse: “A principio si sopporta qualche difetto, ma se sono ripresi e non si emendano, specialmente se sono difetti che fanno danno agli altri, subito si debbono licenziare, perché nuoce più un difettoso col mal’esempio, che un eretico… Conoscendo taluno così imperfetto, avvertite a non farlo praticare con gli altri, perche la sua conversazione può fare più danno di cento demoni”..

(Tannoia, Della vita ed istituto del venerabile Servo di Dio Alfonso Maria Liguori – Libro Secondo, Cap. LXII). –  Leggi l’originale.

S. Alfonso: “Con chi è umile e conosce la propria miseria, il demonio non ci può far breccia; né può abbagliare chi dipende ciecamente dal cenno dei Superiori, e maggiormente chi è candido di cuore e confida al proprio direttore le suggestioni che sperimenta. La tentazione scoperta o è vinta o è mezzo vinta”.