33. S. Alfonso. Misericordia e vescovado.
Incontri di S. Alfonso con la Misericordia di Dio
(seguendo le sue biografie)
33. S. Alfonso. Misericordia e vescovado.
♦ Era Alfonso in età di sessantasei anni. Quando credeva, perché oppresso da mali, esser prossimo alla morte, e disporsi per quel passaggio, Iddio, con un tratto di provvidenza, lo richiama a nuova vita, e l’investe di nuovo zelo, per altre opere di sua maggior gloria.
♦ La diocesi di S. Agata dei Goti era senza vescovo. In numero di sessanta erano i concorrenti, tra i quali Vescovi ed Arcivescovi.
Vari furono i pareri di molti Porporati; prevalse però tra tutti quello dell’Eminentissimo Spinelli: scegliere un soggetto, i cui meriti superassero quelli di qualunque. Egli medesimo, senza punto esitare, propose Alfonso, in cui, ad esclusiva d’ogni altro, signoreggiar vedevansi le prerogative più distinte, perché nobile e cavaliere, uomo dotto e santo; e come tale presso tutti in una stima singolare. Disse al Papa: “Facendosi così, si darà indietro ogni pretendente, e Vostra Santità si metterà al coperto di qualunque inquietudine”.
♥ Tutt’altro che Chiesa e Vescovado passava per capo ad Alfonso, mentre queste cose si trattavano in Roma; anzi parlando un giorno con D. Nicola Borgia, già Vescovo della Cava, delle misericordie che Iddio, strappandolo dal mondo, gli aveva concesso, disse: “Una delle grazie che il Signore mi ha fatto, è aver sfuggito il pericolo di esser Vescovo, pericolo che difficilmente avrei evitato, stando in mia casa”… E soggiunse che inevitabilmente sarebbe succeduto, perché il P. Pagano, suo direttore, ci aveva dell’inclinazione, e voleva, che, se offerto, avesse rinunciato il Canonicato, non già il Vescovato.
♦ Così egli pensava, ma Iddio non pensava così, avendo di lui disposto altrimenti.
(Tannoia, Della vita ed istituto del venerabile Servo di Dio Alfonso Maria Liguori – Libro Terzo, Cap. 1). – Leggi l’originale.