S. Alfonso. Misericordia e misura delle grazie

GiubileoAlfo1

23. S. Alfonso. Misericordia e misura delle grazie.

Pagine Alfonsiane sulla Misericordia

23. S. Alfonso. Misericordia e misura delle grazie.
♦ Nelle grazie che Dio a noi dispensa, vi è una certa misura, compita la quale, si chiude la porta ad ogni altra grazia. Bisogna dunque molto temere di abusarci di ogni grazia, che il Signore ci dispensa; perché può essere, che ogni grazia, ogni lume, ogni chiamata sia l’ultima, che Iddio ci dona, e noi disprezzandola restiamo perduti.
♦ Questa misura non è uguale per tutti, per alcuni è più grande, per altri è minore. Fratello mio, ricordati, quante grazie hai ricevuto da Dio; se seguirai ad abusartene, ti salverai ? Pensa che quanto più sono state abbondanti le grazie a te fatte, tanto più devi temere che Dio ti abbandoni nel tuo peccato, se non ti risolvi a mutar vita.
♦ Le grazie maggiori rendono maggiore l’ingratitudine di chi se ne abusa. Le grazie ricevute sono per voi un gran fondamento di sperare che il Signore vi perdoni, se vi emendate e gli sarete fedele in avvenire. Ma sono anche un gran fondamento di temere Dio se ritornate ad offenderlo.
Mio Dio, troppe sono le grazie, che voi mi avete donate, e troppo è l’abuso, che io ne ho fatto. Mio Dio, non vi voglio perdere più. Vi ringrazio, che ancora non mi avete abbandonato: la luce che ora mi date, il dispiacere di avervi offeso, il desiderio di amarvi e stare in grazia vostra, son segni certi che non mi avete abbandonato. E giacché voi non mi avete abbandonato dopo tanti peccati, io non voglio lasciarvi più. – Passione di Gesù, ottenetemi la santa perseveranza.
Regina mia Maria, aiutatemi con la vostra protezione.
(S. Alfonso, da Via della salute, Parte prima – Meditazioni per ogni tempo dell’anno, Misura delle grazie).
– Leggi tutta la meditazione.

Mio Dio, troppe sono le grazie, che voi mi avete donate, e troppo è l’abuso, che io ne ho fatto. Mio Dio, non vi voglio perdere più. Vi ringrazio, che ancora non mi avete abbandonato: la luce che ora mi date, il dispiacere di avervi offeso, il desiderio di amarvi e stare in grazia vostra, son segni certi che non mi avete abbandonato. E giacché voi non mi avete abbandonato dopo tanti peccati, io non voglio lasciarvi più.