S. Alfonso. Mio povero cuore

GiubileoAlfo1

319. S. Alfonso. Mio povero cuore. 

Pagine Alfonsiane sulla Misericordia

319. S. Alfonso. Mio povero cuore.
(canzoncina sopra le parole “Recede a me, Domine, recede”, che S. Luigi Gonzaga proferì in doversi partire – per l’ubbidienza avuta – dalla presenza del SS. Sacramento)

  1. Mio povero core, oh Dio, che farai!
    non vedi, non senti che ‘l tuo buon Signore
    con dolci pur troppo catene d’amore
    ti stringe, ti forza quì seco a restar!
  2. E dove anderai tu, Anima mia?
    Deh come tu stando d’amor sì ferita,
    partire potrai lontan dalla Vita,
    che su quell’altare per te se ne sta?
  3. Ma lascia ch’io parli, qual tratto è mai questo?
    Tu teco m’annodi con tante catene,
    e poi mi costringi, o amato mio Bene,
    con duro precetto a partire da Te?
  4. Vuoi dunque ch’io parta? Sì voglio ubbidirti;
    ma sappi che resta qui Teco il mio core;
    Tu pensa a serbarlo fedele al tuo Amore,
    e s’io da Te parto, Tu vieni con me.
  5. Ah no, che non posso vedermi diviso
    da Te, mio Tesoro, mio Amore, mio Dio.
    Pertanto la morte sospiro, desio,
    che Teco m’unisca per sempre nel Ciel.

(S.Alfonso, Le canzoncine spirituali,  Mio povero cuore).
Leggi tutto.

Non posso vedermi diviso da Te, mio Tesoro, mio Amore, mio Dio. Pertanto la morte sospiro, desio, che teco m’unisca per sempre nel Ciel.