356. S. Alfonso. L’ostacolo dell’amor proprio.
Pagine Alfonsiane sulla Misericordia
356. S. Alfonso. L’ostacolo dell’amor proprio.
♦ Nell’anima nostra possono vivere due amori: l’amore di Dio e l’amor proprio, di noi stessi.
Se però in noi vive l’uno, bisogna che non vi sia l’altro.
♦ Se vive l’amor di Dio, allora verifichiamo qual’amore vive in noi: sembra solo amor proprio. Si vedono nella nostra Congregazione tanti soggetti, i quali si lamentano continuamente delle cose contrarie, che gli accadono. Si vede l’ubbidienza andata quasi in disuso: giacché quando comanda il Superiore, c’è chi risponde che non si fida, c’è chi dice che sta poco bene, c’è chi sfugge per un pretesto, e chi si lamenta, che solo a lui tocca faticare mentre gli altri stanno a spasso; c’è chi cerca sollievi e ricreazioni.
♦ Oh Dio! e ci vuole esame approfondito per conoscere che in noi non vive l’amor di Dio? Se in noi vivesse questo amore, ognuno starebbe indifferente: ognuno abbraccerebbe le contrarietà, farebbe una perfetta ubbidienza.
♦ Dilettissimi miei, io mi confondo nel leggere le poche parole della Regola: “Niente abbiano di propria volontà”. Mi confondo perché vedo, che non l’osservo né io né tanti altri compagni miei. Eppure ci siamo obbligati ad osservarla. Ma anche se non avessimo tal regola, non è certo che per farci santi siamo venuti in Congregazione? ma per farci santi dobbiamo spogliarci dell’amor proprio.
(S. Alfonso, Sentimenti di Monsignore, 82-83)
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