264. S. Alfonso. L’inverno dei poveri.
Incontri di S. Alfonso con la Misericordia di Dio
(seguendo le sue biografie)
264. S. Alfonso. L’inverno dei poveri.
♦ Quando in tempo d’inverno cadeva la neve o c’erano altre intemperie e i poveri non potevano lavorare, la carità di Alfonso maggiormente si vedeva attiva e indirizzata.
In questi tempi – diceva D. Agnello Sgambati – soleva somministrare per lo meno sei, nove, ed anche dieci ducati per giorno. E tante volte, vedendosi in mancanza di finanze e non c’era che dare, Monsignore si affliggeva, e stringendo le spalle, diceva: “Scrivete al Canonico di Cesare (suo Economo in S. Agata) se può mandarmi qualche cosa”.
♦ Un anno, non avendo che dare in tempo di inverno, scrisse in Airola a D. Giovanni Mango, che avendo consumato il grano, e non essendovi più che dare, avesse procurato quantità di legumi.
E così ricorreva ad altri, non bastandogli il cuore di veder patire i tanti poveretti.
Era così profuso nella limosina, dice il Canonico Michella, che non solo si spogliava del bisognevole per sé e i famigliari di episcopio, ma non lasciava contrarre grossi debiti per il pubblico sollievo. Vedendosi stretto, faceva capo per prestiti a vari mercanti e persone benestanti.
♦ Il Canonico D. Sabatino Crisci attesta:
♥ “Tante e tante volte, sono andato io dal Signor Leonardo d’Ambrosio per i ducati cinquanta, per i cento, ed anche per i duecento, quando Monsignore si vedeva accerchiato da quantità di poveretti. E quando non trovava chi gli facesse prestito, ricorreva afflitto alla liberalità dei potenti, e tante volte specialmente al Principe della Riccia. Anche la Duchessa di Maddaloni in una sol volta gli mandò più centinaia di ducati, specialmente per i poveri di S. Agata e di Arienzo”.
(Tannoia, Della vita ed istituto del venerabile Servo di Dio Alfonso Maria Liguori – Libro Terzo, Cap. 66). – Leggi tutto nell’originale.