S. Alfonso. L’Innocente ci procura la Misericordia

GiubileoAlfo1

38. S. Alfonso. L’Innocente ci procura la Misericordia.

Pagine Alfonsiane sulla Misericordia

38. S. Alfonso. L’Innocente ci procura la Misericordia.
♦ Prima della venuta del Redentore, tutti gli uomini afflitti miseramente gemevano su questa terra; erano tutti figli d’ira, né vi era chi potesse placare Iddio giustamente sdegnato per li loro peccati. Sì, poiché Dio era stato offeso dall’uomo, questi, non essendo che una misera creatura, non poteva con qualunque sua pena soddisfare l’offesa fatta ad una maestà infinita: vi bisognava un altro Dio che soddisfacesse alla divina giustizia.
♦  Ma questo Dio non c’era, né poteva trovarsi altro che un solo Dio. E Dio, che era l’offeso, non poteva soddisfare a se stesso: sicché per noi era disperato il caso. Ma disse loro il Signore per Isaia (40,2): “Consolatevi, consolatevi, o uomini, poiché Dio medesimo ha trovato il modo di salvare l’uomo, contentando insieme la sua giustizia e la sua misericordia”.
♦ E come si è fatto? Il medesimo Figlio di Dio si è fatto uomo, ha preso la forma di peccatore, ed egli addossandosi il peso di soddisfare per gli uomini, con le pene della sua vita e con la sua morte, ha soddisfatto appieno la divina giustizia per la pena meritata dagli uomini; e così son restate appagate la giustizia e la misericordia.
♦  Dunque per liberare gli uomini dalla morte eterna, Gesù Cristo da innocente si è fatto reo: cioé ha voluto comparir peccatore. Sì, a questo l’ha ridotto l’amore ch’esso porta agli uomini. Come era Gesù Cristo? Era santo, innocente, immacolato; era la stessa santità, la stessa innocenza, la stessa purità, perché egli era vero Figlio di Dio, vero Dio come è il Padre, e tanto caro al Padre, che il Padre dichiarò alle acque del Giordano che in questo Figliuolo avena trovato tutte le sue compiacenze.
♦ Ma volendo questo Figlio diletto liberare gli uomini dai loro peccati e dalla morte dovuta ai peccati, che fece? Si presentò al suo divin Padre e si offrì a pagare per gli uomini; e il Padre allora lo mandò in terra a vestirsi di carne umana, con prendere la sembianza d’uomo peccatore, tutto fatto simile agli uomini peccatori. E poi, soggiunge S. Paolo che il Padre condannò il peccato ad esser privato del regno che aveva sopra degli uomini, condannando alla morte il suo divin Figliuolo, il quale benché sembrasse di vestire carne infetta dal peccato, nulladimeno era santo ed innocente.
Dunque Dio per salvare gli uomini e per vedere insieme soddisfatta la sua giustizia, ha voluto condannare il proprio Figlio ad una vita penosa e ad una morte spietata. Ma sarà verò? Sì, è di fede, e ce ne assicura S. Paolo: Egli non ha risparmiato il proprio Figlio, ma lo ha dato per tutti noi (Rom. 8,32).

S. Alfonso, Novena del Santo Natale, Discorso quarto, Il Verbo Eterno da innocente si è fatto reo,
Leggi tutta la meditazione

Per liberare gli uomini dalla morte eterna, Gesù Cristo da innocente si è fatto reo, comparendo peccatore. Sì, a questo l’ha ridotto l’amore che egli porta agli uomini. – Dio stesso quindi ha trovato il modo di salvare l’uomo, contentando insieme la sua giustizia e la sua misericordia.