85. S. Alfonso. Le sue piaghe diventano nostri meriti.
Pagine Alfonsiane sulla Misericordia
85. S. Alfonso. Le sue piaghe diventano nostri meriti.
♦ Anche i Santi temono in punto di morte; ma essi dal timore passano alla confidenza.
♦ Temeva S. Bernardo stando infermo, ed era tentato di diffidenza; ma pensando ai meriti di Gesù Cristo, discacciava ogni timore dicendo: “Le tue piaghe sono i mie meriti”.
♦ Temeva S. Ilarione, ma lieto poi disse: “Anima mia, che temi, avendo servito un Dio, ch’è fedele, e non sa abbandonare chi gli è stato fedele in vita?”
♦ Il P. Giuseppe Scamacca della Compagnia di Gesù, richiesto se moriva con confidenza, rispose: “E che ho servito Maometto, perché io abbia ora a dubitare della bontà del mio Dio, che non mi voglia salvare?”
♦ Se mai in morte ci tormenterà il pensiero di aver offeso Dio in qualche tempo, sappiamo che il Signore si è protestato di scordarsi dei peccati dei penitenti: “Se il malvagio si ritrae da tutti i peccati che ha commessi… nessuna delle colpe commesse sarà ricordata” (Ez.18,21-22).
♦ Chi odia il peccato, può star sicuro che Dio l’ha già perdonato. Il cuore dell’uomo non può star senza amare: o ama le creature o ama Dio; se non ama le creature, dunque ama Dio. E ama Dio, chi osserva i precetti. Chi muore dunque nell’osservanza dei precetti, muore amando Dio; e chi ama Dio, non teme.
♥ Gesù mio, quando sarà quel giorno che io vi potrò dire: Mio Dio, non vi posso perdere più? Quando sarà che vi vedrò faccia a faccia, e sarò sicuro d’amarvi con tutte le mie forze per tutta l’eternità?
Ah mio sommo bene, unico amor mio, sino che vivo, sempre avrò da stare in pericolo di offendervi e di perdere la bella grazia vostra!
Maria Madre mia, raccomandatemi al vostro Figlio, ottenetemi la perseveranza nella sua amicizia e la grazia d’amarlo, e che poi ne faccia di me quello che vuole.
(S. Alfonso, Apparecchio alla Morte, Considerazione IX – Pace di un giusto che nuore. Punto I).
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