226. S. Alfonso. L’amore di Dio è tutto.
Pagine Alfonsiane sulla Misericordia
226. S. Alfonso. L’amore di Dio è tutto.
♦ Tutta la santità e la perfezione di un’anima consiste nell’amare Gesù Cristo, nostro Dio, nostro sommo bene e nostro Salvatore.
Forse Dio non si merita tutto il nostro amore? Egli ci ha amati fin dall’eternità: Ti ho amato con amore eterno (Ger 31,3). “Uomo, dice il Signore, considera che io sono stato il primo ad amarti. Tu non eri ancora al mondo, anzi il mondo ancora non c’era, e io già ti amavo. Da quando sono Dio, io ti amo”…
♦ Iddio, sapendo che gli uomini sono attirati dai benefici, ha voluto cattivarsi il loro amore per mezzo dei suoi doni. Pertanto disse: Li attirerò con i legami propri degli uomini, con vincoli d’amore (Os 11,4 Vg).
♦ Tali appunto sono stati i doni fatti da Dio all’uomo. Egli l’ha creato a sua immagine, dotandolo di un’anima e di facoltà spirituali, e di un corpo fornito di sensi, e per lui ha creato “il cielo e la terra”. Tutto ha creato per amore dell’uomo: le stelle, i pianeti, i mari, i fiumi, le fonti, le montagne, le pianure, i metalli, i frutti e tante specie di animali. Tutte queste creature Dio le ha messe a servizio dell’uomo perché l’uomo lo ami, in riconoscenza di tanti doni…
♦ Ma Dio non si è accontentato di donarci tutte queste belle creature. Egli, per accattivarsi tutto il nostro amore, è giunto a donarci se stesso. L’eterno Padre è giunto a darci il suo medesimo e unico Figlio (cf. Gv 3,16). Egli, vedendo che noi, a causa del peccato, eravamo morti e privi della sua grazia, per l’amore immenso, anzi, come dice l’Apostolo, per il “troppo amore” che ci portava, mandò il suo Figlio diletto a espiare per noi, per ridarci quella vita che il peccato ci aveva tolto.
♦Così anche il Figlio, per amore nostro, si è dato tutto a noi: Ci ha amati e ha dato se stesso per noi (Ef 5,2). Egli, per redimerci dalla morte eterna e farci ritrovare la grazia divina e il paradiso perduto, si fece uomo e si rivestì di carne come noi: E il Verbo si fece carne (Gv 1,14). Egli, il Signore del mondo, annientò se stesso, prendendo la condizione di schiavo, diventando simile agli uomini (Fil 2,7), sottomettendosi a tutte le miserie degli uomini.
♦Ma ciò che stupisce di più è che egli poteva salvarci senza morire e senza soffrire. Invece scelse di fare una vita afflitta e disprezzata, e una morte amara e ignominiosa, fino a morire sopra una croce, patibolo infame destinato agli scellerati: Umiliò se stesso, facendosi obbediente fino alla morte, morte di croce (Fil 2,8).
Perché, potendo redimerci senza patire, volle subire la morte, e la morte di croce? Per dimostrarci l’amore che ci portava: Ci ha amati e ha dato se stesso per noi (Ef 5,2).
(S. Alfonso, Pratica di amare Gesù Cristo, Cap. I)
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