61. S. Alfonso. La purezza di intenzione ottiene la misericordia.
Pagine Alfonsiane sulla Misericordia
61. S. Alfonso. La purezza di intenzione ottiene la misericordia.
♦ La purezza di intenzione consiste in fare tutto quel che facciamo per solo fine di piacere a Dio. L’intenzione buona o cattiva, con cui si fa un’opera, la rende buona o cattiva innanzi a Dio. Diceva S. Maria Maddalena dei Pazzi: “Iddio rimunera le azioni a peso di purezza di intenzione”.
Veniamo alla pratica.
1. In tutti i nostri esercizi cerchiamo Dio, e non già noi stessi: se cerchiamo la nostra soddisfazione, non potremo da Dio pretendere alcuna ricompensa. E ciò vale anche per le opere spirituali. Quanti faticano e stentano a predicare, a confessare e servire ed a fare altre opere pie, e perché in quelle cercano se stessi e non Dio, perdono tutto. Il segno che noi in qualche cosa abbiamo operato per Dio, è quando non ne cerchiamo approvazioni o ringraziamenti dagli altri: quando non ci disturbiamo se non segue il bene da noi intrapreso. Se poi veniamo lodati, basta che diciamo: “A Dio ne sia l’onore e la gloria”.
♥ E non lasciamo mai le azioni buone di edificazione del prossimo per timore della vanagloria; il Signore vuole che facciamo il bene anche avanti gli altri, affinché gli altri se ne approfittino: “Così risplenda la vostra luce davanti agli uomini, perché vedano le vostre opere buone e rendano gloria al vostro Padre che è nei cieli”. (Mt 5. 16). – Perciò quando fate il bene, abbiate intenzione prima di dar gusto a Dio, e poi anche di dar buono esempio al prossimo.
2. Anche le azioni corporali, come il lavorare, il mangiare, il dormire, il ricrearsi onestamente, facciamolo per dar gusto a Dio. La purezza di intenzione si chiama alchimia celeste, per la quale il ferro diventa oro: nel senso che le operazioni più triviali ed ordinarie, fatte per dar gusto a Dio, diventano atti di amor divino.
♥ Diceva S. Maria Maddalena dei Pazzi: “Chi fa con pura intenzione quello che fa, andrà diritto in paradiso”.
Un santo romito prima di metter mano a qualunque opera, alzava gli occhi al cielo e si fermava un poco; interrogato che cosa facesse allora, rispondeva: “Prendo la mira per accertare il colpo”. E così facciamo ancor noi, prima di principiare qualche azione, prendiamo la mira con dire: “Signore, faccio questo per piacere a voi”.
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(S. Alfonso, da Via della salute, Parte terza, Regolamento di vita d’un cristiano, Capo III – Pratica delle virtù’ cristiane, 6. Pratica per la purità d’intenzione).
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