258. S. Alfonso. La protesta delle donne “buone”.
Incontri di S. Alfonso con la Misericordia di Dio
(seguendo le sue biografie)
258. S. Alfonso. La protesta delle donne “buone”.
♦ Così eccessiva era la carità di Alfonso con le donne pentite, che le buone ne avevano invidia.
- Una sera, in tempo della carestia, avendo terminata in chiesa la visita al Sacramento, mentre si alzava per andare, una donna, con petulanza, gli si fece incontro dicendo: “Monsignore, solo le male femmine tu vuoi soccorrere… non ci fossi mai venuto: chi è buona, non spera niente da V. S. Illustrissima”.
- Il Segretario, avendolo a male, sgridandola, la cacciava indietro. Disse Monsignore: “Zitto mo’, perché esse cercano il loro!” E rivolto alla Donna le disse: “Figlia mia, io vorrei soccorrere voi ed anche quelle, per levarle dal peccato, ma non posso arrivare a tutti”.
♦ Questo soccorso, se era voluto da Monsignore, non veniva approvato da alcuni. Anche taluni Parroci gli fecero sentire che tante di queste lo gabbavano. E Alfonso disse: “Non mi curo dell’inganno, ma tra tanti inganni, può essere che anch’io inganno il Demonio. Non è picciolo il guadagno, se evito il peccato per un quarto d’ora; e può essere che taluna si astenga in tutto dall’offendere Iddio!”.
♦ Anche l’Arcidiacono Rainone un giorno gli disse che avesse sottratta la mesata ad alcune, perché forse proseguivano le loro dissolutezze. Rispose Monsignore: “Non è certo che sia così; anzi vedendosi abbandonate, possono darsi alla disperazione; e per secondo, se evito un solo peccato mortale, quale vantaggio non risulta a Dio, ed alla sua gloria!”.
♥ In realtà Alfonso era misurato in questi dati assegnamenti: per ordinario erano cinque grana il giorno, volendo che la fatica fosse coadiuvata dalla elemosina, ma che la elemosina non rendesse le donne poltrone e viziose.
(Tannoia, Della vita ed istituto del venerabile Servo di Dio Alfonso Maria Liguori – Libro Terzo, Cap. 60). – Leggi tutto nell’originale.