58. S. Alfonso. La mortificazione ottiene misericordia.
Pagine Alfonsiane sulla Misericordia
58. S. Alfonso. La mortificazione ottiene misericordia.
♦ Vogliamo salvarci? Bisogna vincer tutto, per assicurare il tutto. Povera quell’anima, che dall’amor proprio si lascia guidare!
♦ La mortificazione è di due modi, “interna” ed “esterna”: colla mortificazione ” interna ” si ha d’attendere a vincere le passioni, e specialmente quella che più ci predomina… Dice S. Cirillo che un solo buco aperto basta a sommergere la barca. Né vale a dire che di questo vizio non posso astenermi; volontà risoluta vince tutto: si intende sempre con l’aiuto di Dio, che non mai manca.
♦ La mortificazione “esterna” poi importa il vincere gli appetiti sensuali. I mondani chiamano crudeli i santi, che negano al loro corpo ogni soddisfazione di senso, e l’affliggono con cilizi, discipline ed altre penitenze. Ma dice S. Bernardo che essi son molto più crudeli con se stessi, perché per miseri e brevi piaceri in questa terra si condannano ad ardere per sempre nel fuoco dell’inferno.
Ma veniamo alla pratica.
- 1. bisogna mortificare gli “occhi”. Le prime saette che feriscono l’anima e spesso l’uccidono, entrano per gli occhi.
- 2. bisogna mortificare la “lingua”, astenendoci dal dir parole di mormorazione o di ingiurie o di oscenità.
- 3. bisogna mortificare la “gola”. Dicea S. Francesco di Sales: “Bisogna mangiare per vivere, non vivere per mangiare”.
- 4. bisogna mortificar l’ “udito” ed il “tatto”:
l’udito con fuggir di ascoltar discorsi immodesti o di mormorazione;
il tatto, procurando di usare in ciò tutta la cautela così cogli altri, come con noi stessi.
(S. Alfonso, da Via della salute, Parte terza, Regolamento di vita d’un cristiano, Capo III – Pratica delle virtù’ cristiane, 2. Pratica della mortificazione).
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