109. S. Alfonso. La misericordia richiede decoro.
Incontri di S. Alfonso con la Misericordia di Dio
(seguendo le sue biografie)
109. S. Alfonso. La misericordia richiede decoro.
♦ Oltre al materiale delle fabbriche Alfonso ebbe a cuore anche l’interno decoro delle Chiese, e tutta quella proprietà, che esige in sé una Casa dedicata a Dio.
- Gli Altari specialmente li voleva ben provveduti di suppellettili, se non altro decenti. Diceva: “Non ho ancora veduto un Parroco far uso a tavola di una salvietta sporca e consumata. Tutto è nettezza per essi; solo con Gesù Cristo tutto è lordura”.
- Molto più avrebbe ricercato, se a i suoi desideri avessero corrisposto i Rettori e le rendite delle Chiese.
- Armonia, e non confusione; pausa e non strapazzo ricercava nel canto. Quanto godeva di un canto sodo e devoto, altrettanto detestava nelle chiese un canto non proprio e teatrale.
- Ritrovandosi in certa festività in S. Maria a Vico, un Diacono, che in Napoli era stato in Conservatorio, credendo fargli piacere, incominciò una litania figurata. In sentirla, Monsignore la fece subito spezzare: “Qui non stiamo al teatro. Questo canto anziché devozione, genera dissipazione”. Così disse, e la fece seguitare a tono gregoriano.
- Vedendo il grave strapazzo, che dai Preti Diocesani si faceva delle sacre rubriche nel sacrificio della Messa, e che per ogni dove si faceva da tanti altri, per giovare a tutti, compose un trattato su questa materia, e lo diede fuori tra questo tempo. Nella prima Parte tratta delle Cerimonie da praticarsi nel celebrare; nella seconda della riverenza con cui devesi celebrare, dell’apparecchio che vi necessita, e del dovuto rendimento di grazie; e tratta nella terza degli abusi dei Preti, che si caricano di Messe, e del grave peccato che vi è non potendosi a tempo soddisfare. Rispose ancora al Libro Anonimo che girava e condannava l’Onorario delle Messe.
(Tannoia, Della vita ed istituto del venerabile Servo di Dio Alfonso Maria Liguori – Libro Terzo, Cap. 35). – Leggi tutto nell’originale.