8. S. Alfonso. La misericordia passa per la povertà. Ciorani 1735.
Incontri di S. Alfonso con la Misericordia di Dio
(seguendo le sue biografie)
8. S. Alfonso. La misericordia passa per la povertà. Ciorani 1735.
Tutta l’abitazione, che a prima giunta si ebbe dal Barone nella terra di Ciorani, non furono che due camere… A mano sinistra in una di quelle stanze, vi eresse Alfonso, col permesso di Monsig. Arcivescovo, un Oratorio domestico, e tre ne riserbò per uso da dormire. Miseri furono i letti; più rozzo, e meschino era ogni altro arredo; anzi non vi era il soperchio e mancava il necessario.
Godeva Alfonso tra queste miserie, e godevano anche gli altri, vedendosi a parte della povertà, e dei patimenti di Gesù Cristo.
Il picciolo Oratorio sembrava a tutti un picciolo Paradiso: quivi Alfonso sfogava più di notte che di giorno i suoi affetti con Dio: quivi celebrava: la Messa durava le ore intere, e di vantaggio, e più lunghi erano i ringraziamenti, che rendeva Gesù Cristo, dopo aver così celebrato.
Così in questa Terra si stabilirono da Alfonso le solite opere di pietà. Tutto si eseguiva nella Parrocchia; ma era così grande il concorso dei Casali vicini, anche nei giorni feriali, che sembrava a tutti una continuata Missione.
Tutto era zelo per Alfonso. Poco si mangiava e meno si dormiva; né vi era persona, che non se ne partiva soddisfatta. Le confessioni specialmente si ascoltavano mattina e giorno fino a sera, ed ogni giorno sopravvanzava del popolo pel dì susseguente.
Non passò gran tempo, che riformata si vide la Baronia de’ Sarnelli. Ciorani non ravvisavasi più quello che era. Non si sentivano più risse e rancori; bandite si videro le parolacce nei giovanetti e le canzoni profane nelle zitelle; e risuonar si sentivano nelle case, e per quelle colline le sacre canzoni di Alfonso.
L’ordinario saluto, incontrandosi con un Cioranese, era: Sia lodato Gesù, e Maria. Non s’intese più in quella Terra un’imprecazione: depopolate si videro le taverne; non vi furono più giochi illeciti, con offesa di Dio.
(Tannoia, Della vita ed istituto del venerabile Servo di Dio Alfonso Maria Liguori – Libro Secondo, Cap. VII).
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