S. Alfonso. La lotta contro il mondo

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151. S. Alfonso. La lotta contro il mondo.

Pagine Alfonsiane sulla Misericordia

151. S. Alfonso. La lotta contro il mondo.

♦ Vediamo ora come si deve vincere il mondo. Il demonio è un nemico potente, ma il mondo è peggiore. Per riportare le sue vittorie, il demonio si serve di uomini cattivi, indicati dal termine “mondo”.

♦ Il Redentore ci ha ammonito a guardarci non tanto dal demonio, quanto dagli uomini: Guardatevi dagli uomini (Mt 10,17). Spesso gli uomini sono peggiori del demonio, perché esso fugge, quando si prega e si invocano i nomi di Gesù e di Maria.
Invece i compagni cattivi, quando tentano qualcuno al peccato e questi risponde con qualche parola spirituale, non fuggono, ma lo tentano di più e lo deridono, trattandolo come un vigliacco, un maleducato, uno che non vale niente; e quando non possono dire altro, gli dicono che è un ipocrita, un santo finto. Per non sentire questi rimproveri o derisioni, certe anime deboli si accodano miseramente a questi ministri di Lucifero e tornano al peccato. […]

♦ Le massime del mondo sono totalmente opposte a quelle di Gesù. Ciò che è stimato dal mondo, da Gesù è chiamato stoltezza: Perché la sapienza di questo mondo è stoltezza davanti a Dio (1Cor 3,19). Al contrario, il mondo considera stoltezza ciò che Gesù apprezza, come le croci, i dolori, i disprezzi: La parola della croce infatti è stoltezza per quelli che vanno in perdizione (1Cor 1,18). […]

Se vogliamo salvarci, bisogna che ci decidiamo a soffrire e a farci forza, anzi violenza: Angusta è la via che conduce alla vita (Mt 7,14); Il regno dei cieli subisce violenza e i violenti se ne impadroniscono (Mt 11,12). Chi non si fa forza, non si salva.
Non c’è altra soluzione: dobbiamo andare contro la nostra natura ribelle, se vogliamo praticare il bene. Dobbiamo farci forza soprattutto all’inizio, per estirpare le abitudini cattive e acquistare quelle buone. Quando poi si è fatta l’abitudine al bene, l’osservanza della legge divina diventa facile, anzi dolce.

(S. Alfonso, Apparecchio alla morte, Considerazione XXXI, Punto II ).
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Se vogliamo salvarci, bisogna che ci decidiamo a soffrire e a farci forza, anzi violenza: Angusta è la via che conduce alla vita (Mt 7,14); Il regno dei cieli subisce violenza e i violenti se ne impadroniscono (Mt 11,12). Chi non si fa forza, non si salva.