185. S. Alfonso. La grazia, presenza di Dio.
Pagine Alfonsiane sulla Misericordia
185. S. Alfonso. La grazia, presenza di Dio.
♦ San Tommaso d’Aquino scrive che il dono della grazia supera qualunque dono che una creatura possa ricevere, perché la grazia è una partecipazione alla stessa natura di Dio. Prima ancora lo aveva detto san Pietro: …affinché diventiate partecipi della natura divina (2Pt 1,4).
La grazia è frutto dei meriti di Gesù, che ci ha comunicato la sua gloria: E la gloria che tu hai dato a me, io l’ho data a loro (Gv 17,22).
Insomma chi vive in grazia di Dio diventa una cosa sola con Dio: Chi si unisce al Signore forma con lui un solo spirito (1 Cor 6,17), e un’anima che ama Dio diventa dimora della santissima Trinità: Se uno mi ama… il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui (Gv 14,23).
♦ Un’anima in grazia è così bella agli occhi di Dio, che egli stesso la loda: Come sei bella, amica mia, come sei bella! (Ct 4,1). Dall’anima che lo ama pare che il Signore non sappia distogliere né gli occhi, né le orecchie di fronte a tutto ciò che essa gli domanda: Gli occhi del Signore sono sui giusti e le sue orecchie al loro grido di aiuto (Sal 33,16).
♦ Quanti meriti può acquistare poi un’anima in grazia! In ogni momento essa può guadagnare una gloria eterna. Infatti, come dice san Tommaso, “ogni atto d’amore merita la vita eterna”.
♥ Gesù mio, tu sei il buon pastore, che ti sei lasciato uccidere per dare la vita a noi tue pecorelle. Quando io mi allontanavo da te, tu non hai cessato di venire a cercarmi. Ricevimi, ora che io cerco te e pentito ritorno ai tuoi piedi. Donami di nuovo la tua grazia, che per colpa mia ho miseramente perduto. .
(S. Alfonso, Apparecchio alla morte, XIX, II)
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