333. S. Alfonso. La dolcezza fa miracoli.
Incontri di S. Alfonso con la Misericordia di Dio
(seguendo le sue biografie)
333. S. Alfonso. La dolcezza fa miracoli.
♦ Il dominio che aveva su di sé produceva in Alfonso anche un dominio sopra i cuori altrui.
♥ Diceva il P. Maestro Eanti: “Fanno stupore le impressioni che faceva Monsignor Liguori negli animi degli altri, e come li guadagnava a sé con la sua inalterabile mansuetudine.
♥ Testimonia il Vicario Rubino: “Con la dolcezza e con le sue belle maniere Monsignore accomodò molte cose, che non si sarebbero ottenute con l’amaro. Tanti, entrati da lui come tigri arrabbiate, se ne uscivano agnelli e pronti a fare quello che egli voleva”.
- Un Sacerdote di Moiano accusato in Curia di delitti non indifferenti, si portò da Monsignore. Non vi andò come uomo, ma come un leone, tanto era agitato dall’ira e dallo spirito di vendetta. Alfonso gli disse poche parole, e nel Prete non solo si videro represse le passioni, ma lo si vide, con meraviglia di ognuno, disposto a soffrire in pace la persecuzione e soggiacere a qualunque travaglio.
- Un altro Sacerdote di Luzzano, persuaso di essere stato aggravato in Curia riguardo ad un Beneficio, si vedeva così agitato contro Monsignore che faceva spavento. Ma entrato da lui, restò così ammansito, che uscendo, non solo si vide mite e sereno ma con umiltà chiese scusa ai familiari dello scandalo dato. E si diceva: è entrato un Demonio ed è uscito un Santo.
- Un Prete educato in Seminario, pretendeva dalla Curia un attestato del tempo che vi trascorse e degli studi già fatti. Questi aveva in mente qualcosa che non piaceva a Monsignore. Più volte gli fu negato ed egli dava sulle furie, e non si sapeva cosa volesse fare. Un giorno, vedendolo il P. Maestro Caputo così alterato, gli disse: “Monsignore non mangia uomini, ma è umano e tutto carità: parlategli, che vi si farà la giustizia”. Entrò da Monsignore e ne uscì tutto mutato, dicendo: “Mi ha parlato con tante belle maniere, che non che non mi fido contristarlo”. E non fece più richiesta per l’attestato.
(Tannoia, Della vita ed istituto del venerabile Servo di Dio Alfonso Maria Liguori – Libro Terzo, Cap. 64). – Leggi tutto nell’originale.