251. S. Alfonso. La correzione delle prostitute.
Incontri di S. Alfonso con la Misericordia di Dio
(seguendo le sue biografie)
251. S. Alfonso. La correzione delle prostitute.
♦ Monsignor Liguori combatté tenacemente il fenomeno della prostituzione: caritatevole e generoso verso le prostitute chi si ravvedevano e inflessibile verso chi continuava l’ignobile commercio.
- Il Vicario Rubino testimonia: “Egli fu il martello ed il terrore delle meretrici. Cosa non fece in S. Agata ed in ogni luogo della Diocesi, e cosa non profuse per distoglierle dal peccato? Per questa genìa infame, non solo tenne in moto le corti locali, e i rispettivi Baroni, ma i Tribunali, ed anche le Reali Segreterie”.
♦ Il mezzo ordinario per vederle ravvedute ed impedire il peccato, erano le carceri. Tanto in S. Agata che in altri luoghi della Diocesi, non essendovi carceri per le donne, ottenne dai Baroni che si fossero fabbricate, o essendo malconce si videro riattate.
♥ Anche in questo, volendo riparare all’onestà delle medesime e di altre donne, ottenne che a fianco del carcere si fosse destinata un’altra stanza, per abitarvi il carceriere con la moglie. Così si tolse quest’altra angustia, che lo teneva anche agitatissimo.
♦ Era raro quel giorno in cui le carceri si vedevano vuote. “Monsignor Liguori – così attesta D. Carmine Jacuzio, Scrivano in quel tempo nella corte di Arienzo – era il flagello delle bagasce.
A sua richiesta, ora se ne carcerava una, ed ora un’altra; e spesso se ne vedeva arrestata più d’una nel medesimo carcere. Egli le rimproverava, le strigliava, e non badando ad interesse, le manteneva anche a sue spese. Voleva in sua mano gli obblighi di volersi astenere dal mal fare, e con questi alla mano, si faceva forte con i Governatori; né si quietava, se non le vedeva rimesse nelle carceri e castigate con doppia mortificazione”.
(Tannoia, Della vita ed istituto del venerabile Servo di Dio Alfonso Maria Liguori – Libro Terzo, Cap. 59). – Leggi tutto nell’originale.