S. Alfonso. La casa del Vescovo è locanda per ognuno

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290. S. Alfonso. La casa del Vescovo è locanda per ognuno.

Incontri di S. Alfonso con la Misericordia di Dio
(seguendo le sue biografie)

290. S. Alfonso. La casa del Vescovo è locanda per ognuno.

  • Quando Monsignore Alfonso chiamava qualche soggetto da Napoli o taluno dei suoi Redentoristi a dare gli Esercizi alle Monache in Arienzo, lo voleva a Palazzo, senza disturbare le Monache.
  • Spesso D. Pasquale Bartolini si portava da Airola per confessar taluna di quelle o per far da confessore traordinario, e Monsignore voleva che anche si fosse trattenuto con lui.
  • Il Canonico Verzella testimonia:

“Tanti e tanti forestieri Ecclesiastici o Secolari per regolarsi nella coscienza, spesso vi si portavano, e Monsignore non permetteva che facessero capo da altri, o che andassero alla locanda. Ognuno era accolto con amore; né mai si vide infastidito, o dimostrato un qualche dispiacimento.”

Sul principio che fu in S. Agata, capitò una mattina sotto l’ora di pranzo l’Arciprete di Durazzano con due altri Preti; l’Arciprete non sapeva l’agire di Monsignore, e lo pregò di volerlo alloggiare in Palazzo. Disse Monsignore: “Tutto va bene, e gli altri due debbono andare alla taverna? La casa del Vescovo è locanda per ognuno; specialmente per i Preti”.

(Tannoia, Della vita ed istituto del venerabile Servo di Dio Alfonso Maria Liguori – Libro Terzo, Cap. 68)  Leggi tutto nell’originale.

Alfonso non permetteva che i sacerdoti in visita facessero capo ad altri o che andassero alla locanda. Ognuno era accolto con amore. Diceva; “ La casa del Vescovo è locanda per ognuno; specialmente per i Preti”.