66. S. Alfonso. Il sacerdote sia rivestito di misericordia.
Pagine Alfonsiane sulla Misericordia
66. S. Alfonso. Il sacerdote sia rivestito di misericordia.
♦ Esortava s. Paolo: “Facciamoci conoscere per veri ministri di Dio: nel soffrire con pace la povertà, le infermità, le persecuzioni; nell’essere vigilanti per quel che spetta alla gloria di Dio e nel mortificare i sensi; nel custodire la purità del corpo, nell’attendere allo studio per giovare alle anime, nell’esercitare la mansuetudine e la vera carità col prossimo; apparendo afflitti perché lontani dai piaceri del mondo, ma godendo la pace che godono i figli di Dio: poveri dei beni terreni, ma ricchi in Dio; giacché chi possiede Dio, possiede tutto (cf 2Cor. 6,4).
♦ Tali debbono essere i sacerdoti. Debbono esser santi perché ministri di un Dio santo. Debbono essere pronti a dar la vita per le anime perché ministri di Gesù Cristo che è venuto a morire per noi sue pecorelle. Debbono infine totalmente impiegarsi ad accendere in lutti gli uomini il santo fuoco dell’amor divino, mentre son ministri del Verbo incarnato che a questo fine è venuto nel mondo .
♦ Davide costantemente pregava il Signore perché i sacerdoti fossero vestiti di giustizia. La giustizia comprende tutte le virtù. Deve pertanto ogni sacerdote esser vestito di fede, vivendo non con le massime del mondo, ma della fede.
Le massime del mondo sono: bisogna star provveduto di roba e di danari, bisogna farsi stimare, bisogna pigliarsi tutti quegli spassi che possiamo prenderci.
♥ Le massime della fede sono: beato chi è povero; bisogna abbracciare i disprezzi, negare se stesso, amare il patire; vestirsi di santa confidenza, sperando tutto non già dalle creature, ma solamente da Dio; vestirsi di umiltà, stimandosi degno di ogni pena e disprezzo; vestirsi di mansuetudine, portandosi con dolcezza verso tutti, specialmente verso gli adirati ed i rozzi; vestirsi di carità verso Dio e verso gli uomini; verso Dio, vivendo ciascun sacerdote tutto unito con Dio e procurando per mezzo dell’orazione che il suo cuore sia quell’altare dove continuamente stia acceso il fuoco dell’amor divino; e verso il prossimo eseguendo quel che dice l’apostolo: “Rivestitevi, come amati di Dio, santi e diletti, di sentimenti di misericordia, di bontà, di umiltà, di mansuetudine, di pazienza” (Col 3,12); e procurando di sovvenire a tutti così nei bisogni spirituali come temporali, per quanto si può, a tutti, anche agli ingrati e ai persecutori.
(S. Alfonso, Selva di materie predicabili, Parte prima – Cap. III Della santità del sacerdote).
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