96. S. Alfonso. Il peccatore ostinato e la misericordia.
Pagine Alfonsiane sulla Misericordia
96. S. Alfonso. Il peccatore ostinato e la misericordia.
♦ Dice il peccatore: Ma Dio è di misericordia.
Rispondo: e chi lo nega? La misericordia di Dio è infinita, ma con tutta questa misericordia, quanti ancora si dannano? Dio sana chi tiene buona volontà. Egli perdona i peccati, ma non può perdonare la volontà di peccare.
♦ Replicherà il peccatore: Ma io sono giovane.
Sei giovane? Dio non conta gli anni, conta i peccati. Ad alcuni Dio perdona cento peccati, ad un altro mille, ad un altro al secondo peccato lo condanna.
Forse qualcuno vorrà chiedere ragione a Dio, perché ad uno vuol perdonare tre peccati, e quattro no? In ciò bisogna adorare i divini giudizi, e dire coll’Apostolo Paolo: «O profondità della ricchezza, della sapienza e della scienza di Dio! Quanto sono imperscrutabili i suoi giudizi e inaccessibili le sue vie!» (Rm. 11. 33).
♦ Replicherà l’ostinato: Ma io tante volte ho offeso Dio, e Dio m’ha perdonato; e così spero che mi perdoni quest’altro peccato.
Ma io dico: E perché Dio non ti ha castigato sinora, avrà da essere sempre così? Si compirà la misura, e verrà il castigo. E quanto maggiore sarà stata la misericordia, tanto più grave sarà il castigo.
Dice il Crisostomo che si deve temere di più quando Dio sopporta l’ostinato, che quando lo punisce subito… Quanto più grande sarà stata la luce che Dio ti ha data, tanto maggiore sarà la tua accecazione ed ostinazione nel peccato.
Inoltre dice il Savio: «Come il cane torna al suo vomito, così lo stolto ripete le sue stoltezze» (Prov. 26. 11). Come si rende abominevole e schifoso quel cane che si ciba di ciò che prima ha vomitato; così si rende odioso a Dio, chi ritorna a commettere i peccati che ha detestato nella confessione.
♥ Eccomi, mio Dio, ai piedi vostri: io son quel cane che tante volte sono tornato a cibarmi di quei frutti vietati, che prima ho detestati.
Io non merito pietà, o mio Redentore; ma il sangue che avete sparso per me, mi anima e mi obbliga a sperarla. Quante volte vi ho offeso, e Voi mi avete perdonato! Non mi abbandoniate al mio peccato, che sarebbe il maggior castigo.
Per il passato mi son fidato delle mie promesse e dei miei propositi, ed ho trascurato di raccomandarmi a Voi nelle tentazioni; e questa è stata l
E soccorretemi Voi con la vostra intercessione, o Maria Madre mia; tenetemi sotto il vostro manto e fate ch’io sempre vi chiami, quando sarò tentato. Il nome vostro sarà la difesa mia.
(S. Alfonso, Apparecchio alla Morte, Considerazione XVIII – Del numero dei peccati. Punto II).
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