104. S. Alfonso. Il peccatore indurito rischia di fare una mala morte.
Pagine Alfonsiane sulla Misericordia
104. S. Alfonso. Il peccatore indurito rischia di fare una mala morte.
♦ Perduta che sarà la luce, e indurito che sarà il cuore, moralmente ne nascerà che il peccatore faccia mala fine, e muoia ostinato nel suo peccato. Dirà qualcuno: Io voglio emendarmi prima della morte.
♦ Ma qui sta la diffìcoltà: un mal abituato non riuscirà ad emendarsi, ancorché giunga alla vecchiaia. La ragione si è perché la nostra forza è molto debole. Questa è la pazzia di chi siegue a vivere tra i peccati, e spera poi nell’ultimo giorno della vita di rimediare al tutto. Come potrà far buona vita, chi ha fatto un lungo abito al male? Quindi avviene che il male abituato alla fine si abbandona alla disperazione, e così finisce la vita.
♦ Se taluno è assalito dal nemico, alla prima ferita che riceve resta forse anche abile a difendersi; ma quante più ferite riceve, tanto più perde le forze, sino che finalmente resta ucciso. Così fa il peccato; alla prima, alla seconda volta resta qualche forza al peccatore (si intende sempre per mezzo della grazia che lo assiste), ma se poi egli seguita a peccare, il peccato si fa gigante e il peccatore, trovandosi più debole e con tante ferite, come potrà evitare la morte?
♦ Il peccato è come una gran pietra, che opprime l’anima e il risorgere ad un mal abituato, sarà tanto difficile quanto ad uno che sia caduto sotto un gran sasso, e che non ha forza di rimuoverlo per liberarsene.
♥ Allora dirà il mal abituato: Dunque, io son disperato? No, non sei disperato, se vuoi rimediare: pronto a tutto per salvare la vita eterna.
Cristiano mio, dico a te: se sei abituato in qualche peccato: stai male, e se vuoi guarire, il rimedio cè; non devi aspettare un miracolo della grazia; devi farti forza dal canto tuo a toglier le occasioni, a fuggire i mali compagni, a resistere con raccomandarti a Dio, quando sei tentato; hai da prendere i mezzi, con confessarti spesso, leggere ogni giorno un libretto spirituale, prendere la divozione a Maria SS., pregandola continuamente che t’impetri forza di non ricadere.
Hai da farti forza, altrimenti ti coglierà la minaccia del Signore contro gli ostinati: “Morirete nei vosti peccati” (Gv 8, 21).
♥ Ah Dio mio, e che voglio aspettare che mi abbandoniate e mi mandiate all’inferno? Ah Signore, aspettatemi, che io voglio mutar vita e darmi a Voi. Eterno Padre, per li meriti di Gesù e di Maria, abbiate pietà di me. Luce, mio Dio, luce e forza. Tutto spero dalla vostra misericordia. Vi amo, mio Dio, mia vita, mio tutto.
Amo ancora Voi, Madre mia Maria; a Voi consegno l’anima mia.
(S. Alfonso, Apparecchio alla Morte, Considerazione XXII – Del mal’abito. Punto III).
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