105. S. Alfonso. Il paradosso della misericordia.
Pagine Alfonsiane sulla Misericordia
105. S. Alfonso. Il paradosso della misericordia.
♦ Dice il peccatore: “Dio è di misericordia”. Ecco un inganno comune del diavolo verso i peccatori, per cui molti rischiano di dannarsi. Scrive un dotto autore che ne manda all’inferno più la misericordia di Dio, che non ne manda la giustizia; perché questi miserabili, confidano temerariamente nella misericordia, non lasciano di peccare, e così si perdono.
♦ Iddio è misericordia, chi lo nega. Egli è misericordioso, ma è ancora giusto, e perciò è castiga chi continua ad offenderlo. Egli usa misericordia, ma a chi lo teme. Invece con chi lo disprezza e si abusa della sua misericordia per più disprezzarlo, Egli usa giustizia. E con ragione; Dio perdona il peccato, ma non può perdonare la volontà di peccare.
♦ Dice S. Agostino che chi pecca col pensiero di pentirsene dopo aver peccato, egli non è penitente, ma è schernitore di Dio. Ci fa sapere l’Apostolo che Dio non si fa burlare: “Non vi fate illusioni; non ci si può prendere gioco di Dio.” (Gal. 6, 7). Sarebbe un burlare Dio offenderlo come piace e quanto piace, e poi pretendere il paradiso.
♦ “Ma siccome Dio m’ha usate tante misericordie per il passato, e non mi ha castigato, così spero che mi userà misericordia per l’avvenire”. Ecco un altro inganno. Dunque perché Dio ha avuta compassione di te, per questo ti ha da usare sempre misericordia, e non ti ha da castigare mai? Anzi no, quanto più sono state le misericordie, che Egli t’ha usate, tanto più devi tremare, che non ti perdoni più e ti castighi, se di nuovo l’offendi.
♥ Se tu vedi, fratello mio, che molte volte hai offeso Dio e Dio non t’ha mandato all’inferno, devi dire: “Signore, ti ringrazio, che non m’hai mandato all’inferno, come io meritavo”. Questa pazienza, che Dio ha avuto con te, deve animarti, non già a più disgustarlo, ma a più servirlo ed amarlo, vedendo le tante misericordie fatte a te.
♥ Gesù mio crocifisso, mio Redentore e mio Dio, ecco il traditore ai piedi vostri. Mi vergogno di comparirvi avanti. Basta quanto m’avete sopportato. Vedo che non potete più sopportarmi. Povero me, se dopo tante grazie io tornassi ad offendervi! Signore, io risolutamente voglio mutar vita; e quanto vi ho offeso, tanto vi voglio amare.
O Madre di Dio Maria, legatemi a Gesù Cristo, ed ottenetemi la grazia di non partirmi più dai suoi piedi. In Voi confido.
(S. Alfonso, Apparecchio alla Morte, Considerazione XXIII – Inganni del demonio verso i peccatori. Punto II).
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