44. S. Alfonso. Il letto del vescovo misericordioso. 1762.
Incontri di S. Alfonso con la Misericordia di Dio
(seguendo le sue biografie)
44. S. Alfonso. Il letto del vescovo misericordioso. 1762.
♦ Se come vescovo mutò stato Alfonso, non cambiò trattamento con se stesso; anzi ne accrebbe lo strapazzo. Prima di partire, da Nocera spedì, per disporre il palazzo, un nostro Laico in S. Agata, e tra l’altro volle, che avesse portato il suo solito saccone per uso di letto.
♦ La sera che giunse a S. Agata, avendo veduto preparato un letto nobile, chiama il Laico, e gli domanda perché non ave allestito il pagliericcio. Il Laico si scusò dicendo che il letto era stato preparato dai Canonici, e che non aveva potuto avere la paglia di germano, perché in luogo lontano. Disse Alfonso: “Si procuri, e si compri ad ogni costo”.
E fatti levare i materassi e disteso sulla lettiera il vuoto saccone, sopra di quello vi dormì la notte, né si diede pace la mattina, se non vide in ordine il solito pagliaccio per la sera susseguente.
♦ Mortificazione, ed umiltà, tra i comuni applausi, anche li fecero scorta in S. Agata.
Avendo girato il Palazzo, prescelse per sé la stanza più scomoda e di niuna veduta. Le migliori volle che si destinassero pel Vicario, pel Segretario, e pel P. D. Angelo Maione, che doveva trattenersi con lui.
♥ Non si pose a letto la prima sera, se non dopo essersi battuto, nell’ultima ora, con un aspra e lunga disciplina. Così voleva evitare lo sdegno della divina giustizia sopra del suo popolo, e per implorare da Dio sopra di sé, e sopra di quello le divine misericordie.
(Tannoia, Della vita ed istituto del venerabile Servo di Dio Alfonso Maria Liguori – Libro Terzo, Cap. 7 passim). – Leggi l’originale.