347. S. Alfonso. I suoi fieri flagelli.
Incontri di S. Alfonso con la Misericordia di Dio
(seguendo le sue biografie)
347. S. Alfonso. I suoi fieri flagelli.
♦ S. Alfonso, anche da vescovo, si disciplinava fino al sangue.
Il P. Maestro Gian-Domenico Eanti Lombardo, Priore del Convento di Durazzano, essendo venuto per l’esame che doveva tenersi, dormì nella stanza adiacente a quella di Monsignore. Sbrigato l’esame, una sera, benché tardi, volle partire. Pregato a restare, rispose: «Me ne voglio andare, ancorché sia mezzanotte, non fidandomi di sentire oltre la “carneficina” di questo povero vecchio».
- I giorni segnalati per maggiormente crocifiggersi, ed ottenere da Dio sopra di sé e sopra il suo Popolo, grazie maggiori, erano le vigilie che precedono le feste di Gesù Cristo, e quelle della Vergine o di altri suoi Santi Protettori.
- In queste vigilie, per ordinario, si flagellava con vari strumenti e specialmente con funicelle armate di stellette di acciaio ben affilati.
- E Monsignore martoriava se stesso anche nei giorni di maggior offesa di Dio, come nel Carnevale o in simili giornate di vizi per il Popolo.
Anche a motivo di penitenza non si radeva mai la barba, se l’accorciava da sé con una forbice.
(Tannoia, Della vita ed istituto del venerabile Servo di Dio Alfonso Maria Liguori – Libro Terzo, Cap. 72). – Leggi tutto nell’originale.