24. S. Alfonso. Giustizia e misericordia.
Pagine Alfonsiane sulla Misericordia
24. S. Alfonso. Giustizia e misericordia.
♦ Pecca Adamo il nostro primo padre; ingrato a tanti benefici ricevuti, si ribella da Dio, disubbidendo al precetto di non cibarsi del pomo vietato. Dio perciò è obbligato a cacciarlo qui in terra dal paradiso terrestre, ed a privare in futuro così Adamo, come tutti i discendenti di questo ribelle, del paradiso celeste ed eterno, che loro avea preparato dopo questa vita temporale. Ecco dunque gli uomini tutti condannati ad una vita di pene e di miserie, e per sempre esclusi dal cielo.
♦ Ma ecco Dio, come ci avvisa Isaia (Cap. LII), che a nostro modo d’intendere par che afflitto si lamenti, e pianga dicendo: “Ed ora, dice Dio, che mi è restato di delizia in paradiso, ora che ho perduto gli uomini ch’erano la mia delizia? ”
♥ Ma come, Signore, voi tenete in cielo tanti serafini, tanti angeli, e tanto vi accora l’aver perduti gli uomini? Ma che bisogno avete voi e degli angeli e degli uomini per compimento della vostra beatitudine? Voi sempre siete stato e siete in voi stesso felicissimo; che cosa mai può mancare alla vostra felicità ch’è infinita?
♥ Tutto è vero, dice Dio, ma perdendo l’uomo io stimo di aver perduto tutto, mentre la delizia mia era di stare cogli uomini, ed ora questi uomini io gli ho perduti, ed essi i miseri son condannati a vivere per sempre lontani da me.
♥ Ma come può dire il Signore che gli uomini sono la sua delizia? Sì, scrive S. Tommaso, Dio ama tanto l’uomo, come se l’uomo fosse suo Dio, e come se egli senza l’uomo non potesse esser felice. Soggiunge S. Gregorio Nazianzeno e dice che Dio per l’amore che porta agli uomini par che sia uscito di sé.
♥ Ma no – disse poi Dio – io non voglio perdere l’uomo; via si trovi un Redentore che per l’uomo soddisfi la mia giustizia, e così lo riscatti dalle mani dei suoi nemici, e dalla morte eterna a lui dovuta.
♦ Ma qui contempla S. Bernardo (Serm. I, in Annunc.), e si figura di vedere in contesa la giustizia e la misericordia divina. La giustizia dice: Io son perduta, se Adamo non è punito. La misericordia all’incontro dice: Io son perduta, se l’uomo non è perdonato.
♥ In tal contesa decide il Signore che per salvare l’uomo reo di morte muoia un innocente. In terra non vi era chi fosse innocente. Dunque, disse l’Eterno Padre, giacchè tra gli uomini non v’è chi possa soddisfare la mia giustizia, via su, chi vuole andare a redimere l’uomo? Gli angeli, i cherubini, i serafini, tutti tacciono, niuno risponde; solo risponde il Verbo Eterno, e dice: Eccomi… manda me!
S. Alfonso, Novena del Santo Natale, Discorso primo – Il Verbo Eterno da Dio s’è fatt’uomo, Leggi tutta la meditazione