312. S. Alfonso. Giustizia e carità in dialogo.
Incontri di S. Alfonso con la Misericordia di Dio
(seguendo le sue biografie)
312. S. Alfonso. Giustizia e carità in dialogo.
♦ Era cosa assai bella, in varie circostanze, vedere Monsignore Alfonso combattere l’interesse col disinteresse, ossia la giustizia con la carità.
- Avendo taluni ritardato con mendicati pretesti vari censi che spettavano alla Mensa, egli non mancò di sospenderli con replicate provvisioni o del Consiglio o della Vicaria. Effettuato il pagamento, vedendo che erano poveretti e che cercavano pietà, Alfonso non solo rilasciava l’arretrato, ma rimborsava loro la spesa già fatta. A lui non premeva il suo interesse suo, ma quello dei successori.
- Un gentiluomo povero e carico di figli, era in arretrato con la Mensa di circa dodici ducati di censo. Vedendosi costretto dall’Economo, Alfonso si consultò con la vedova D. Caterina Lucca, gentildonna sua confidente di avanzata di età e timorata di Dio.
Avendogli questa esposto lo stato del gentiluomo, volentieri gli rilasciò i dodici ducati; e riflettendo alla strettezza in cui viveva, disse: “Che vogliamo assegnarli?” E gli assegnò un mezzetto di grano ogni mese.
♥ Però voleva che ogni anno, per non perdere il dritto, l’Economo lo obbligasse a pagare il canone; e avuto il denaro nelle mani, glielo rilasciava per elemosina. Così salvava il dritto della Mensa ai Successori, e soleva soddisfare a quello della carità, col proprio interesse.
(Tannoia, Della vita ed istituto del venerabile Servo di Dio Alfonso Maria Liguori – Libro Terzo, Cap. 70). – Leggi tutto nell’originale.