S. Alfonso. Finalmente liberi dal peccato

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196. S. Alfonso. Finalmente liberi dal peccato.

Pagine Alfonsiane sulla Misericordia

196. S. Alfonso. Finalmente liberi dal peccato.

♦ Santa Caterina da Siena, morendo, disse: “Consolatevi con me, perché lascio questa terra di dolori e vado al luogo della pace”…Quanta gioia proverà l’anima nel sentirsi dire: Vieni dal Libano, mia sposa, …vieni dalle tane dei leoni (Ct 4,8): sposa diletta, esci dal luogo del pianto e dalle tane dei leoni, che cercano di divorarti e di farti perdere la grazia divina; e vieni!

♦ L’Apostolo Paolo esclamava: Chi mi libererà da questo corpo votato alla morte? (Rm 7,24). Egli desiderava la morte perché Gesù era la sua unica ragione di vita. Per lui la morte era il maggior guadagno che potesse fare, perché essa l’avrebbe fatto entrare nella vita che non ha fine: Per me il vivere è Cristo e il morire un guadagno (Fil 1,21).

♦ Quando Dio toglie dalla terra un’anima in grazia, le fa un grande favore, perché quaggiù essa potrebbe perdere la sua amicizia: Fu rapito perché la malizia non ne mutasse i sentimenti (Sap 4,11). Chi vive unito a Dio è felice fin da quaggiù.
Ma, come il navigante non può dirsi sicuro fino a quando non sia arrivato al porto e uscito dalla tempesta, così un’anima non può dirsi del tutto felice se non quando esce dalla vita in grazia di Dio. Ora, se il navigante è contento quando sta per entrare nel porto, dopo aver superato tanti pericoli, molto più si rallegrerà chi sta per assicurarsi la salvezza eterna.

♦ Inoltre in questa vita non si può vivere senza commettere colpe, almeno leggere. Ora, chi termina l’esistenza terrena, finisce di dare dispiaceri a Dio. “La morte è la sepoltura dei vizi”, diceva sant’Ambrogio; e si domandava: “Perché desideriamo questa vita, nella quale quanto più a lungo essa dura, tanto più ci si carica del peso dei peccati?” Anche per questo motivo i santi desideravano la morte..

(S. Alfonso, Apparecchio alla morte, VIII, 2))
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Amato mio Gesù, negli anni di vita che mi restano Liberami da ogni peccato; rendimi forte contro le tentazioni e le passioni. Dammi la pazienza nelle malattie e nelle offese che riceverò dagli uomini. Dammi, infine, la forza di essere diligente nell’evitare anche le colpe veniali.