S. Alfonso. Espulsioni delle prostitute

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252. S. Alfonso. Espulsioni delle prostitute.

Incontri di S. Alfonso con la Misericordia di Dio
(seguendo le sue biografie)

252. S. Alfonso. Espulsioni delle prostitute.

♦ Quando Alfonso vedeva che le prostitute dimostravano di non correggersi con le carceri ed erano recidive, non si quietava fino a che non le vedeva espiantate dai paesi e sfrattate dalla Diocesi.
Strepitava coi Baroni e tanto si adoperava che riusciva nell’intento.
Ecco una sua lettera del 18 dicembre 1763 al Duca di Maddaloni:

“Signor Duca mio stimatissimo, ho bisogno delle grazie di V. E., per togliere un grande scandalo, che vi è in Arienzo.
Ivi sta una certa giovane, chiamata Maria Librera, la quale nell’anno scorso, dando scandalo, ebbe l’ordine dello sfratto; ma perché ricorse da me e mi fece tante promesse di mutar vita, io trattenni di far eseguire lo sfratto; e da quando in quando l’ho anche soccorsa come meglio ho potuto.
Ora sento che è ritornata allo scandalo e fa peggio di prima, avendo pratica con più persone.
Prego V. E. scrivere al Governatore che senza indugio la faccia carcerare e rinnovi l’ordine dello sfratto. Come vedo, ora non vi è altro rimedio per levare questa peste da Arienzo.
Spero senza meno questa grazia da V. E. Io per me non so più che farci. Solo V. E. può rimediare. Se ella non mi aiuta, io sarò discolpato avanti a Dio”.

(Tannoia, Della vita ed istituto del venerabile Servo di Dio Alfonso Maria Liguori – Libro Terzo, Cap. 59)  Leggi tutto nell’originale.

Quando Alfonso non riusciva ad ottenere la correzione delle prostitute con le carceri e queste erano recidive, non si quietava fino a che non le vedeva espiantate dai paesi e sfrattate dalla Diocesi.