5. S. Alfonso e la terapia della Confessione.
Incontri di S. Alfonso con la Misericordia di Dio
(seguendo le sue biografie)
5. S. Alfonso e la terapia della Confessione.
Per Penitenza salutare Alfonso imponeva il ritornar da lui, e frequentare la Confessione, e Comunione; ascoltar la Messa ogni mattina, e meditare tra di quella la Passione di Gesù Cristo, o qualche massima dei Novissimi.
A tal’effetto ristretto aveva queste meditazioni in un libricino, che donar soleva.
Similmente imponeva visitar ogni sera Gesù Sacramentato, e qualche immagine di Maria SS., recitar il Rosario; ed essendo capi di casa, farlo in comune colla famiglia.
Digiuni, macerazioni, e simili le consigliava, ma non le precettava. Compunto il Penitente, diceva Alfonso, lo fa da se; ma precettato, se lascia la penitenza, ripiglia il peccato.
Con quella sua dolce, ma utile condotta, affezionava i penitenti alla Sacramentale Confessione, e distoglievali dal peccato.
Quello fu il sistema invariabile, e sommamente lodevole, che Alfonso tenne in tutto il corso di sua vita. Con queste maniere così dolci si vedeva guadagnare a Gesù Cristo una quantità di Anime, che invecchiate nel peccato, languivano nel vizio e nella dissolutezza.
Per lo più operava egli nel Mercato, e nel Lavinaro, ove vi è la feccia del Popolo Napoletano; anzi godeva vedersi circondato dalla gente più vile, come sono i Lazzari, così detti, e da altri d’infimo mestiere. Questa gente più che ogn’altra aveva Alfonso a cuore; e non mancava illuminarla colle prediche, e ridurla a Dio colla Sacramentale Confessione.
(Tannoia, Della vita ed istituto del venerabile Servo di Dio Alfonso Maria Liguori – Libro Primo, Cap. XII).
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