115. S. Alfonso. E come difesa il Crocifisso.
Incontri di S. Alfonso con la Misericordia di Dio
(seguendo le sue biografie)
115. S. Alfonso. E come difesa il Crocifisso.
♦ C’era gran travaglio in tutta la Congregazione per la persecuzione.
Il fuoco, anziché estinguersi, si vide sempre più accresciuto nelle due Case d’Iliceto e di Ciorani. Troppo sbigottiti si vedevano i nostri per la prepotenza dei contraddittori. Tutti e due erano da temersi, ma quello di Iliceto, godendo la confidenza del Sovrano, servendolo nelle cacce, godeva il favore, oltre di tanti altri Signori, anche quello del primo Ministro il Marchese Tanucci. Non badando questi a danaro, teneva mano in tutte le Segreterie ed in Provincia disponeva a talento di qualunque Tribunale.
Tra questo tempo, in data 20 Giugno 1767 Alfonso scrisse ai nostri la seguente esortazione da Airola:
- “Fratelli miei, uniamoci con Gesù Cristo, perché nei tempi presenti vi sono per noi grandi pericoli; e per le persecuzioni che stiamo soffrendo, ci bisogna la mano del Signore, per farcene uscire senza danno della Congregazione. Ma se non ci portiamo bene, Gesù Cristo ci abbandona.
- Vi raccomando pertanto lo studio del Crocifisso, e conversare quanto meno si può con le persone che non sono della Congregazione, altrimenti perderemo il concetto e lo spirito.
- Vi raccomando ancora fuggire al sommo le case dei parenti. Avete veduto tanti esempi freschi di soggetti, che per andare in casa dei parenti, hanno perduto la vocazione; e Dio sa dove andranno a parare.
- In generale vi raccomando l’amore della santa povertà ed umiltà, quali virtù, come sento con mio dolore, sono scemate nella Congregazione.
- Stiamo attenti, perché nei tempi presenti stiamo in pericolo d’esser mandati alle case nostre; e questo sarebbe il maggior castigo, che potremmo ricevere da Dio.
- Benedico, ed abbraccio tutti nel cuore di Gesù Cristo”.
(Tannoia, Della vita ed istituto del venerabile Servo di Dio Alfonso Maria Liguori – Libro Terzo, Cap. 39). – Leggi tutto nell’originale.