83. S. Alfonso. Dimissioni respinte per misericordia.
Incontri di S. Alfonso con la Misericordia di Dio
(seguendo le sue biografie)
83. S. Alfonso. Dimissioni respinte per misericordia.
♦ Ecco la richiesta di Alfonso al Papa sulle dimissioni da Vescovo e in sintesi la risposta del Papa
- «Beatissimo padre,
- Avendomi il Signore visitato di nuovo con una grave infermità, per cui nel mese di Agosto presi anche l’Estrema Unzione, di nuovo prostrato a piedi di V. Santità, la supplico ad ammettere la mia rinuncia del Vescovado di S. Agata de’ Goti.
- Io già sono in età di anni sessantanove, e nell’inverno ho da star chiuso, per ragione dell’infermità di petto, che patisco. Onde desidererei tornare alla mia Congregazione per apparecchiarmi alla morte, la quale mi sta vicina.
- E perché bramerei, che si mantenesse quel poco di bene, che Dio si è compiaciuto di fare in questa Diocesi per mezzo di me miserabile, supplicherei V. Santità di far passare a questa Chiesa Monsignor Puoti Arcivescovo di Amalfi, ove Egli patisce nella sanità; ma principalmente lo bramerei, perché è un Prelato di molto zelo, e fortezza; tantocché in quest’ultima mia infermità, io pensava prima di morire, mandarle questa mia supplica per bene di questa Diocesi.
- Del resto, se V. Santità vuol destinare altro soggetto, Io non ripugno di far la rinuncia. Per tanto se si compiace di ammetterla, io la manderò semplice, e libera in mano sua. All’incontro se stima, che io così vecchio, ed infermo, come sono, seguiti a governare questa Chiesa, io voglio morire sotto il giogo, per fare la volontà di Dio.
- Attendo intanto l’oracolo di V. Santità, a cui bacio umilmente il piede».
Fu totalmente alieno il Papa da quello, che Alfonso pensava, e scrivendogli il Cardinal Negroni il 18 giugno 1765 così si spiega:
- «Ho letta interamente a nostro Signore da capo a fondo la lettera, che V. S. Illustrissima mi ha scritto…. Con la quale si rassegna al giudizio del S. Padre, se convenga piuttosto rinunziarla, pronto ad eseguir subito la volontà di Dio in quella del suo Vicario…
- Mi ha imposto Sua Santità risponderle e confortarla il suo nome a deporre su ciò ogni scrupolo, a quietarsi interamente di animo, ed a continuare nella certissima sua vocazione, per il vantaggio delle anime a lei confidate e per la gloria di Dio, sicura di aver da Lui i necessari aiuti.
- Accompagna Sua Beatitudine tali sentimenti, e le implora la Divina assistenza con l’Apostolica Benedizione, che paternamente le comparte, mentre le rassegno io quelli assai particolari della mia rispettosa devozione nell’atto che le bacio di cuore le mani».
Subito che seppe la risposta del papa, Alfonso si acquietò e, rassegnato, disse: “Iddio mi vuole Vescovo, ed io voglio esser Vescovo”.
(Tannoia, Della vita ed istituto del venerabile Servo di Dio Alfonso Maria Liguori – Libro Terzo, Cap. 27). – Leggi tutto nell’originale.