S. Alfonso. Difensore dei carcerati innocenti

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285. S. Alfonso. Difensore dei carcerati innocenti.

Incontri di S. Alfonso con la Misericordia di Dio
(seguendo le sue biografie)

285. S. Alfonso. Difensore dei carcerati innocenti.

Alfonso non trovava pace quando vedeva l’innocenza oppressa, e quando, o per credito alla calunnia o per cose frivole, si malmenavano taluni nelle carceri.

♦ Imputato per un delitto, ma falso, si ritrovava arrestato nelle carceri di Arienzo un disgraziato Gentiluomo. Il Governatore stava impiantando il processo. Monsignore Alfonso, avendo rilevato l’innocenza, mandò a pregarlo attraverso il suo Segretario, di volersi far carico dell’impostura, e dar luogo alla giustizia.
Il Governatore, avendo fatto base sull’impostura, se ne offese, e licenziò con mali termini il Segretario. Monsignore, avendo capito il mistero, subito scrisse e rappresentò quello che succedeva a D. Filippo Caraffa, Conte di Cerreto e Bajulo del Duca di Maddaloni.
La risposta fu questa e giova portarla per intera:

“In vista dei comandi di V. S. Illustrissima per N. N., subito ho scritto a cotesto Governatore, ordinandogli, che a vista l’avesse scarcerato, e che le informazioni da esso prese, per istigazione di N., subito le avesse date alle fiamme: che si fosse astenuto di prender danaro o altra regalìa dal povero disgraziato; né mai più avesse ardito alterare in simili informazioni le deposizioni dei testimoni. Ecco dunque servita V. S. Illustrissima, cui prego di altri suoi comandi, mentre raccomandandomi alle sue orazioni, le bacio le mani”.

Con un colpo Alfonso sollevò l’oppresso e pose sul dovere il Governatore ed altri ancora nelle rispettive Terre del Duca.

(Tannoia, Della vita ed istituto del venerabile Servo di Dio Alfonso Maria Liguori – Libro Terzo, Cap. 67)  Leggi tutto nell’originale.

Alfonso non trovava pace quando vedeva l’innocenza oppressa, e quando, o per credito alla calunnia o per cose frivole, si malmenavano taluni nelle carceri.