338. S. Alfonso. Devo pensare a vestire i poveri.
Incontri di S. Alfonso con la Misericordia di Dio
(seguendo le sue biografie)
338. S. Alfonso. Devo pensare a vestire i poveri.
♦ Il guardaroba personale di Alfonso… da vero pezzente. Attesta il Vicario Rubini:
- Le vesti interne erano di panno ruvido e con bottonacci del medesimo panno.
- I calzoni di estate erano di tela ordinaria tinta nera. Attesta Mastro Antonio Viscardi, che essendoli dato a rappezzare un paio di questi calzoni, non sapeva ove metterci l’ago e che non convenivano neanche ad un pezzente.
- Le camicie erano di tela ordinaria e comune. Testimonia il Parroco D. Tommaso Aceti: “Sebbene ammalato e vecchio, non vestiva che camicia di tela di canape, e pendevagli dal collo per Rosario una corona di legno, tale e quale si usa dai poveri che girano mendicando.
♦ La moglie del servitore Alessio, che soleva lavare le biancherie di Monsignore, si lagnava spesso col P. Telesca, che non poteva più lavare le camicie, essendo tanto logore che lavandole le restavano i pezzi tra le mani; e perciò voleva che gli si dicesse di farsene quattro nuove.
♥ Testimonia il P. Telesca: «Ci andai. Prendendo l’occasione nel vedere alcuni strappi nel collare della camicia, gli dissi che si fosse fatto fare delle nuove, perché era troppo lacera. Egli sorridendo mi disse: “Ad un Vescovo vecchio convengono robe vecchie: io debbo pensare a vestire i poveri”».
♥ Il redentorista P. Angelo Gaudino, andando in Arienzo, aveva incontrato per strada un uomo di campagna. Questi gli disse cose mirabili di Monsignore. Tra l’altro anche, che, andando in Visita, cavalcava un somaro; e che talvolta andava così lacero di camicia, che gli si vedevano anche le catenette che portava cinte al fianco.
(Tannoia, Della vita ed istituto del venerabile Servo di Dio Alfonso Maria Liguori – Libro Terzo, Cap. 71). – Leggi tutto nell’originale.