265. S. Alfonso. Dalle Cappelle ai poveri.
Incontri di S. Alfonso con la Misericordia di Dio
(seguendo le sue biografie)
265. S. Alfonso. Dalle Cappelle ai poveri.
♦ Vi erano in S. Agata e nella Diocesi sessantaquattro ricche Cappelle.
Queste venivano amministrate anche dal Vescovo, almeno nei primi tempi che fu in S. Agata. Monsignore tolte le spese obbligate, tutto il di più, come si rileva dai libri dei conti, lo impiegava in beneficio dei poveri, in matrimoni di orfane, per letti e biancherie, e per coprire la nudità di tanti altri.
♦ Era così profuso nella elemosina, che talvolta obbligò i Rettori di queste Chiese a far debiti in beneficio dei poveretti. Varie di queste Cappelle, però, erano dichiarate Laicali. Alfonso non si tirava indietro: tanto picchiava con i rispettivi Amministratori, che si distribuiva anche molto denaro a sua devozione.
Stimava egli i poveri come unica sua porzione spettatagli dal Gran Padre di famiglia. Gli interessi di questi erano a preferiti tutti, né in lui vi era riguardo per qualcuno.
♦ Quando per la prima volta in S. Agata venne in visita il fratello di Monsignore, D. Ercole con la nuova sposa Donna Marianna Capano-Ursini, il Vicario ed altri gli suggerirono di preparare alla cognata un qualche regalo.
Rispose Monsignore di sì ed il regalo per D. Marianna fu una frasca di fiori, che i egli aveva ricevuto n dono.
Facendogli notare che troppo scarsa era l’attenzione, Alfonso disse: “E che volete, che io lo levo ai poveri, e complimento mia Cognata?”
♥ La Dama godeva trattenersi in S. Agata, ma non piaceva a Monsignore che ne doveva portare le spese. E vedendo che non vi era accenno di partenza, candidamente le disse: “Io godrei che vi tratteneste lungo tempo, ma non facciamo che spendiamo il denaro della Chiesa. Ciò che si leva alla Chiesa, si toglie ai poveri”.
(Tannoia, Della vita ed istituto del venerabile Servo di Dio Alfonso Maria Liguori – Libro Terzo, Cap. 66). – Leggi tutto nell’originale.