216. S. Alfonso. Confida a Dio le tue sofferenze.
Pagine Alfonsiane sulla Misericordia
216. S. Alfonso. Confida a Dio le tue sofferenze.
♦ Fratello mio, quando sei afflitto da qualche infermità, tentazione, persecuzione o altro dolore, va’ subito a pregarlo di soccorrerti con la sua mano. Basterà che gli presenti la tua tribolazione dicendo: Signore, guarda la mia angoscia (Lam 1,20). Egli saprà consolarti, o almeno ti darà la forza di soffrire con pazienza quel dolore; e ciò sarà per te ancora meglio che se te ne liberasse del tutto.
♥ Fagli sapere tutti i pensieri che ti tormentano, di timore o di tristezza, dicendogli: “Mio Dio, in te è la mia speranza. Ti offro questa tribolazione e mi abbandono alla tua volontà. Abbi pietà di me: liberami da essa, oppure dammi la forza di sopportarla”. E sicuramente egli manterrà la promessa, fatta nel Vangelo, di consolare e confortare tutti i tribolati che ricorrono a lui: Venite a me, voi tutti che siete affaticati e oppressi, e io vi ristorerò (Mt 11,28).
♥ Egli non si offende se tu, quando sei triste, per trovare un po’ di sollievo vai dai tuoi amici; ma vuole che ricorri principalmente a lui. Pertanto, almeno dopo che sei ricorso alle creature ed esse non hanno potuto consolarti, ricorri al tuo Creatore e digli: “Signore, gli uomini hanno solo parole, i miei amici sono pieni di parole (Gb 16,21 Vg): essi non possono consolarmi, ed io non voglio più essere consolato da loro. Tu sei la mia speranza e il mio amore: voglio essere consolato solo da te, e la consolazione sia quella di fare, in questa occasione, ciò che ti piace di più. Eccomi: sono pronto a soffrire questa pena per tutta la vita e per tutta l’eternità, se questa è la tua volontà; ma tu aiutami”…
(S. Alfonso, Modo di conversare alla familiare con Dio, pp. 319-320)
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