322. S. Alfonso. Come Gesù, mite ed umile di cuore.
Incontri di S. Alfonso con la Misericordia di Dio
(seguendo le sue biografie)
322. S. Alfonso. Come Gesù, mite ed umile di cuore.
♦ La insensibilità negli affronti e nei disprezzi non nasceva in Alfonso da mancanza di temperamento, o che fosse stupido e poco sensibile. Egli era ben vivo e portato allo sdegno. La sua costituzione era come un impasto di nitro e solfo, accensibile ad ogni urto, ed ardente abbastanza.
♥ Ma tutto in lui era violenza ed abnegazione di se medesimo. Avendosi proposto fin da che voltò le spalle al mondo l’imitazione di Gesù Cristo, prese a petto soprattutto il mitis sum et humilis corde. Umiltà, e mansuetudine erano la meta dei suoi desideri. Vilipeso, anziché risentirsi, godeva dell’affronto, e più gioiva vincendo e portando vittoria di se stesso.
♦ Attesta l’Arcidiacono Rainone che un giorno, vedendolo sopraffatto da un Sacerdote villano, gli disse: “Monsignor mio, questo non è modo di trattare: voi volete avvilire il vostro stato, e con questo dar ansa agli scostumati di offendervi e mancarvi di rispetto.
♥ Rispose il buon Vecchio: “Ah Canonico mio, ho faticato quarant’anni per acquistare un poco di pazienza, e voi volete che la perda tutta in un colpo?”.
(Tannoia, Della vita ed istituto del venerabile Servo di Dio Alfonso Maria Liguori – Libro Terzo, Cap. 64). – Leggi tutto nell’originale.