128. S. Alfonso. Come fosse arcivescovo di Napoli. 1767.
Incontri di S. Alfonso con la Misericordia di Dio
(seguendo le sue biografie)
128. S. Alfonso. Come fosse arcivescovo di Napoli. 1767.
Napoli 1767. Se nella giornata Alfonso si vedeva impiegato per la Novena di Maria Santissima, o girar doveva per gli affari di sua Congregazione, di mattina non sapeva in quale dei tanti Monasteri, che lo cercavano, doveva recarsi.
- Pochi furono quei di maggior nobiltà, ove non si sentì la sua voce; ne vi fu Monastero, ove non fosse assistito dal dono della Profezia e della penetrazione dei cuori. Fu a Donna Alvina, a S. Chiara, alla Sapienza, a S. Marcellino, a S. Gaudioso, a S. Liguori, al Sacramento, a S. Girolamo, a S. Giovannello, a Donna Romita, a S. Potito, a S. Andrea delle Monache, e ad altri.
- Perché devoto della B. Giovanna di Chantal, fu invitato dalle Salesiane a dir Messa in questa festa ed egli vi andò con suo compiacimento.
- In taluni Monasteri, oltre dei sermoni che vi fece, dovette ritornar più volte, per sentir alcune al Confessionale.
- Non badava ad incomodo quando si trattava di animare i cuori alla virtù ed infervorarli nell’amore di Gesù Cristo.
Anche se l’Eminentissimo Sersale fin dalle prime aveva detto ad Alfonso, che lui era come l’Arcivescovo di Napoli, Alfonso, con somma umiltà, non si avvaleva di tanta finezza, e così quando occorreva, mandava dal Cardinale.
- Volendosi confessare una Religiosa, egli spedì il Verzella per la facoltà dal Canonico Caracciolo, Segretario delle Monache, e non avendola ottenuta, perché non l’aveva, mandò dal Cardinale. Questi, mezzo disturbato, rispose: “Monsignor Liguori che va cercando? Io glielo ho detto, che lui e non io, è l’Arcivescovo di Napoli. Che cresimi, confessi, predichi, tenga i Pontificali, e faccia quanto occorre, perché tutto è in suo potere”.
(Tannoia, Della vita ed istituto del venerabile Servo di Dio Alfonso Maria Liguori – Libro Terzo, Cap. 40). – Leggi tutto nell’originale.