252. S. Alfonso. Cercare l’umiltà con Santa Teresa.
Pagine Alfonsiane sulla Misericordia
252. S. Alfonso. Cercare l’umiltà con Santa Teresa.
♦ Santa Teresa fu talmente umile che trattava sempre con il Signore come se fosse stata una sposa ingrata e traditrice, benché il Signore la trattasse come sua sposa diletta.
- Nonostante i favori che Gesù le faceva e le lodi degli uomini, non arrivò mai a persuadersi di essere buona. Anche quando Dio stesso la rassicurava che i suoi non erano inganni, ma favori del suo amore, sicché mentre li riceveva non poteva dubitare che non venissero da Dio, ciò nonostante il concetto che lei aveva di sé era così basso che temeva sempre di essere ingannata, non potendosi convincere che Dio favorisse tanto un’anima indegna, quale lei si riteneva.
- Un giorno, mentre Santa Teresa andava alla fondazione di Burgos, un religioso le riferì la fama che correva della sua santità. Lei gli rispose: “Della mia vita si sono dette tre cose: che da fanciulla io ero di indole buona e che ero discreta. Ora alcuni dicono che sono santa. Le prime due cose un giorno le credetti, e mi sono confessata per aver creduto a questa vanità. Ma circa la terza non mi sono mai ingannata fino al punto da arrivare a crederla”.
♦ Tutti desiderano essere umili, ma pochi sopportano di essere umiliati. L’umiltà è godere di tutto ciò che c’induce a disprezzare noi stessi. Questo significa l’umiltà di cuore che ci insegnò Gesù: ritenerci quello che effettivamente siamo e desiderare che anche gli altri ci ritengano e trattino per quello che siamo.
♦ Ecco per la pratica dell’umiltà i punti principali ricavati da Santa Teresa. 1. Sfuggire ogni impegno e discorso riguardante la propria stima, salvo quando è veramente necessario. La Santa insegna a non intromettersi a dare pareri, quando non siamo richiesti o la carità non lo esige. 2. Non mostrare la devozione interna se non per necessità, e mai mostrare all’esterno una virtù che non si ha dentro. 3. Godere quando qualcuno mormora sul nostro conto, ci ingiuria o ci prende in giro, tralasciando di scusarci, se non lo richiede un bene maggiore. Quando siamo ripresi, riceviamo il rimprovero con umiltà interna ed esterna, pregando Dio per chi ci riprende. 4. Chiedere continuamente a Dio, come san Giovanni della Croce, di essere disprezzati per amor suo. Infine nella vita spirituale non cercare soddisfazioni interiori, ma operare con la ragione, contenti solo di piacere a Dio. E prepariamoci a ogni disprezzo con l’orazione,
♥ Umilissimo mio Gesù che, per insegnarmi a sopportare i disprezzi e per rendermeli dolci e amabili, volesti essere il più disprezzato e umiliato degli uomini, guarisci con la pienezza della tua misericordia l’assurda vanità del mio cuore.
Mio Signore, tu innocente soffristi tanti disonori per me, ed io non ho saputo soffrire per te qualche piccolo disprezzo! Amato mio Redentore, per l’avvenire non voglio più essere così. Desidero essere umiliato e disprezzato come te.
(S.Alfonso, Virtù e pregi di S. Teresa Consid. V – passim).
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