S. Alfonso. Attenzione alla Congregazione, pupilla dei suoi occhi

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77. S. Alfonso. Attenzione alla Congregazione, pupilla dei suoi occhi. 

Incontri di S. Alfonso con la Misericordia di Dio
(seguendo le sue biografie)

77. S. Alfonso. Attenzione alla Congregazione, pupilla dei suoi occhi.

Riguardava Alfonso la sua Congregazione come la pupilla degli occhi; ed ogni piccola mancanza gli  faceva senso e la stimava di ostacolo. Così scriveva:

  • “Sento, disse, con mia pena,  che lo spirito è molto decaduto nei Soggetti della Congregazione; e prego ognuno da oggi avanti badare a sé, perché io non posso vedere soffrire l’osservanza rilassata.
  • Sento che piace poco la povertà e la mortificazione. Dunque siamo venuti alla Congregazione per star comodi e divertirci? Meglio era restare nelle nostre case.
  • Sento che l’ubbidienza ai Superiori sia andata a terra. Finita l’ubbidienza, è finita la Congregazione. Perdendosi l’ubbidienza, che cosa diverranno le nostre case, se non luoghi di inquietudini, di contrasti e di peccati?”.
  • Ho chiamato qui il P. Vicario D. Andrea Villani, e gli ho detto che dei difetti notabili io voglio essere avvisato, perché a difetti notabili si daranno notabili mortificazioni; e chi si conoscerà incorreggibile, andrà fuori.
  • La Congregazione non ha bisogno di molti Soggetti, ma di Soggetti che vogliono farsi santi: basta che ne restino dieci, i quali amino veramente Iddio. È ingratitudine verso Dio, che mentre egli sta sollevando la Congregazione, noi lo ripaghiamo con difetti e mancanze. Forse vogliamo diventare come tanti altri, che sono più di scandalo alla Chiesa che di edificazione?
  • Ho ammonito il P. D. Andrea che egli nel suo governo è troppo debole e dolce, e gli ho detto che delle cose più gravi ne voglio esser avvisato. E così prego ognuno di avvisarmi degli sconcerti più gravi, dopo che ne avrà avvisato il P. Villani, perché troverò io la via di rimediarvi. Il Signore a questo fine mi mantiene in vita.
  • Raccomando ai Giovani, che non fomentino una certa ansia di predicare. Vorrei che avessero ansia di dar gusto a Gesù Cristo. Nessuno dimostri di voler predicare, se non gli è imposto dall’ubbidienza.
  • Prego tutti, specialmente i Giovani a ben rivedere e studiare quello che hanno da dire in pubblico. Ora si predica a braccio… E perché poi ci lamentiamo nel sentir dire dagli altri che predichiamo a sproposito? Ogni Giovane si faccia rivedere le prediche da qualche Padre di esperienza; ed ognuno, andando a predicare o a far l’istruzione, studi e rilegga attentamente quello che dirà, acciocché tutto sia ordinato e sodo, senza frasi toscane, ma alla familiare, perché questo è lo stile dei Missionari.
  • Prima di tutto però bisogna attendere alla mortificazione e a dar gusto a Dio, altrimenti Iddio non ci aiuta, e si predicherà al vento.
  • Benedico tutti, ma benedico coloro che hanno buona intenzione; altrimenti se io non li maledico, li maledirà iddio, e li caccerà dalla Congregazione”.

(Tannoia, Della vita ed istituto del venerabile Servo di Dio Alfonso Maria Liguori – Libro Terzo, Cap. 25)  Leggi tutto nell’originale.

“È ingratitudine verso Dio, che mentre egli sta sollevando la Congregazione, noi lo ripaghiamo con difetti e mancanze. Forse vogliamo diventare come tanti altri, che sono più di scandalo alla Chiesa che di edificazione?”