S. Alfonso. Adorazione del Santissimo, fonte di misericordia

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56. S. Alfonso. Adorazione del Santissimo, fonte di misericordia. 

Incontri di S. Alfonso con la Misericordia di Dio
(seguendo le sue biografie)

56. S. Alfonso. Adorazione del Santissimo, fonte di misericordia.

  • Negli ultimi tre giorni di Carnevale volendo allontanare il Popolo dagli spettacoli, il vescovo Alfonso soleva esporre il Venerabile [Sacramento] alla pubblica adorazione.
  • Stando in S. Agata, vi era la predica la mattina, e la faceva porgere, assistendoci di persona, da qualche Seminarista, ma prossimo al Sacerdozio, per così invogliarlo ad un sì tanto esercizio. Verso sera predicava egli stesso rilevando l’eccesso dell’amore di Gesù Cristo verso l’uomo, e l’ingratitudine eccessiva dell’uomo verso un Dio così amoroso.
  • Questo triduo lo volle ancora in tutte le Parrocchie della Diocesi, ed in S. Agata, quando egli risiedeva in Arienzo, i sermoni di sera volle si facessero con frutto dal Predicatore di Quaresima, e quelli della mattina da tre Canonici.
  • In Arienzo, il dopo Vespro delle Domeniche di quaresima stabilì nella chiesa delle Monache di S. Filippo la predica con l’esposizione del Venerabile. Lasciando ogni altra cosa, portavasi di persona a predicarvi. Se c’era concorso di Popolo, per lo più le sue prediche trattavano dell’amore che Gesù Cristo ci porta e sulla nostra incorrispondenza; ma se c’era il Popolo, si fermava sulla gravezza del peccato. Rigida o no che fosse la giornata, non mancava portarvisi.
  • In una delle Domeniche vi era tal tempesta che anche i sani non uscivano di casa. Alfonso ancorché infermiccio, e consigliato in contrario, non si arrese. Fu in S. Filippo, vi predicò, e vi contrasse tal catarro, che per lungo tempo lo tenne travagliato.
  • Gradendo Iddio un tal culto in questa Chiesa, vi concorse talvolta con una speciale provvidenza. In una mattina di Domenica, trovandosi con febbre, ed essendo stato a visitarlo prima di Vespro il Medico e il Canonico D. Marcantonio d’Ambrosio, vide che persisteva la febbre. Monsignore chiese loro se si faceva l’esposizione. “Come si può fare –risposero – se V. S. Illustrissima non è nello stato di andarvi?” – Disse Monsignore: “Sì, si farà, e voglio che voi predichiate!”. Replicò il Canonico: “Come posto,  e dov’è il tempo per apparecchiarmi?” – Replicò Alfonso: “Voglio che voi predichiate, e mentre le Monache dicono compieta, voi apparecchiatevi”.
    Ubbidì il Canonico; e confidò che avendo avuto fede nell’ubbidienza, predicò per un’ora, e mai in vita sua, come quel giorno, aveva predicato con tale affluenza di concetti, e sperimentato nel Popolo una particolar commozione.

(Tannoia, Della vita ed istituto del venerabile Servo di Dio Alfonso Maria Liguori – Libro Terzo, Cap. 17)  Leggi l’originale.

Negli ultimi tre giorni di Carnevale, volendo allontanare il Popolo dagli spettacoli, il vescovo Alfonso soleva esporre il Santissimo Sacramento alla pubblica adorazione. E Dio, gradendo un tal culto, vi concorreva con una speciale misericordia.
Negli ultimi tre giorni di Carnevale, volendo allontanare il Popolo dagli spettacoli, il vescovo Alfonso soleva esporre il Santissimo Sacramento alla pubblica adorazione. E Dio, gradendo un tal culto, vi concorreva con una speciale misericordia.