362. S. Alfonso. Abbracciare la Croce.
Pagine Alfonsiane sulla Misericordia
362. S. Alfonso. Abbracciare la Croce.
♦ Molti abbracciano la Croce, ma poi pochi sono quelli che la mantengono. Non basta cominciare: se un naufrago si afferra alle tavole della nave fracassata, e non le lascia in mezzo mare, si salva. Onde bisogna gloriarsi in cruce, e non de cruce
♦ Fratelli miei, noi ci professiamo per seguaci di Gesù Cristo, e poi non vogliamo imitare i suoi esempi?
Nel tempo dell’Avvento, nella Novena e in questa notte della nascita del Redentore, credo che ognuno ha pregato di cuore il nostro divino Pastore e Maestro, che gli avesse comunicato lo spirito suo.
Ma… forse la preghiera è stata fatta senza vivo affetto di cuore, senza vero desiderio, è stata solo di parole.
♦ Infatti tra di voi, e tra di questi io sono il primo, si scorge un aborrimento, una noia, un distaccamento tanto grande dalla Croce, e dal patire, che sembra non essere più fratelli del Santissimo Redentore, ma compagnoni spensierati.
♦ Io non so donde proviene un tale aborrimento dalla Croce… Forse dal fatto che miriamo la Croce da lontano e non da vicino, cioè che non ne consideriamo l’utilità, la necessità… Poi proviene dal fatto che non badiamo e consideriamo a fondo che cosa è venuto a fare Gesù Cristo nel mondo, e cosa ci insegna nel Presepe. Egli, che giace nella paglia, insegna l’amare i patimenti.
♥ Oh! miseria nostra! Dovremmo amare la Croce, e pure noi la fuggiamo. Dilettissimi miei, almeno non la fuggiamo: sopportiamola pazientemente.
(S. Alfonso, Sentimenti di Monsignore, 90)
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