217. S. Alfonso. 1774. La Congregazione CSsR pupilla degli occhi.
Incontri di S. Alfonso con la Misericordia di Dio
(seguendo le sue biografie)
217. S. Alfonso. 1774. La Congregazione CSsR pupilla degli occhi.
♦ 1774. Senza amore non si possono sopportare le traversie. Perciò Alfonso scrive, sempre nella stessa lettera 29 luglio 1774, che si ami assai Gesù Cristo, per poter sopportare le contraddizioni:
- “Già sapete che il mezzo più efficace per sopportare le cose contrarie è l’amare assai Gesù Cristo; e per amare assai Gesù Cristo, bisogna pregarlo assai.
- L’amare Gesù Cristo è l’opera più grande che possiamo fare in questa terra; ed è un opera, un dono, che non possiamo averlo da noi, ma ha da venirci da Lui, ed Egli è pronto a darlo a chi lo domanda. Sicché se ci manca, manca per la nostra trascuratezza. I Santi si sono impiegati sempre a pregare e questa è stata la loro maggiore attenzione”.
Alfonso, in questa lettera, augura la prosperità della Congregazione, il bene che sarà per fare e la comune salvezza:
- “Io sto certo, che Gesù Cristo guarda con occhio molto amoroso la nostra piccola Adunanza, come la pupilla degli occhi suoi, e noi lo vediamo con l’esperienza, che in mezzo a tante persecuzioni, Egli non lascia di proteggerci, e di farci degni di promuovere sempre più la sua gloria in tanti Paesi, con moltiplicarci le sue grazie.
- Io non lo vedrò, perché la morte mi è vicina, ma sto in una certa confidenza che la nostra piccola Greggia crescerà sempre più non già in ricchezze ed onori, ma nel procurare la gloria di Dio, ed ottenere, con le opere nostre, che Gesù Cristo sia più conosciuto, ed ottenere con le opere nostre, che Gesù Cristo sia più conosciuto ed amato dagli altri.
- Ha da venire un giorno, in cui ci vedremo, come ben possiamo sperarlo, riuniti tutti insieme in quella Casa eterna, dove non ci spartiremo più e dove troveremo a noi unite molte centinaia di migliaia di persone, che un tempo non amavano Dio, e che poi condotte, per nostro mezzo, a ricuperar la sua grazia, l’ameranno, e renderanno eterna la nostra gloria, ed allegrezza.
- Questo solo pensiero non deve spronarci sempre ad impiegarci tutti in amar Gesù Cristo, e farlo amare dagli altri?
Benedico tutti e ciascuno in nome di tutta la SS. Trinità, e prego Gesù Cristo, che per i meriti suoi accresca sempre più il suo Divino Amore; acciocché tutti, ardendo in Cielo da Serafini, possiamo in eterno lodare Iddio, e cantare le misericordie, che ci ha usate”.
(Tannoia, Della vita ed istituto del venerabile Servo di Dio Alfonso Maria Liguori – Libro Terzo, Cap. 54). – Leggi tutto nell’originale.