206. S. Alfonso. 1773. I poveri sono il nostro fine.
Incontri di S. Alfonso con la Misericordia di Dio
(seguendo le sue biografie)
206. S. Alfonso. 1773. I poveri sono il nostro fine.
♦ Scifelli 1773. Terminato il corso di queste prime Missioni tra i confini dello Stato Pontificio e quelli del Regno, Alfonso si consolò per le tante conversioni e tutte strepitose; ma si afflisse per qualche lamento in taluni dei Soggetti per le troppe fatiche.
Essendo nuova la fondazione ed in luoghi non conosciuti, non mancavano i patimenti e ci voleva spirito doppio: ma non tutti lo dimostravano come si desiderava.
♦Scrisse Alfonso al P. de Paola: “Dite a tutti da parte mia che codesta fondazione è nuova, ed è in altro Regno. In tutte le nuove fondazioni si ha da patire, e patire assai per la povertà, ed anche perché si ha da trattare con gente non conosciuta. Che leggano, se vogliono dar gusto a Gesù Cristo, quello che i Santi hanno patito nelle prime Fondazioni, e così si son fatti Santi.”
Intanto da varie parti si avanzava l’ipotesi di una fondazione a Roma e che lo stesso Papa, soppressi ormai i Gesuiti, sembrava accarezzare. Alfonso scrisse al P. de Paola:
- “Se il Papa fosse stato fermo in un questo pensiero, fortemente gli avrei scritto, ancorché contraddetto mi avesse tutta la Congregazione, che avesse mutato risoluzione.
- Che ci faremmo noi a Roma? Sarebbe perduta la Congregazione, perché distratti dalle nostre Missioni, sarebbe perduto il fine dell’Istituto e finita la Congregazione. Resterebbe un ircocervo [animale mitologico, metà cervo e metà capra], e a che servirebbe più?
- ♥ In Roma vi sono mille che possono fare quello che faremmo noi e intanto si ridurrebbe l’opera nostra. La nostra Congregazione è fatta per le montagne e per i Villani. Posti in mezzo a Prelati, Cavalieri, Dame, e Cortigiani, addio Missioni, addio Campagne; e anche noi diventeremmo Cortigiani.
- Prego Gesù Cristo che ce ne liberi”.
(Tannoia, Della vita ed istituto del venerabile Servo di Dio Alfonso Maria Liguori – Libro Terzo, Cap. 51). – Leggi tutto nell’originale.